mercoledì 14 gennaio 2015

Alle Vignette preferisco le Viennette


Sarò fuori dal coro ma a me ste vignette di Charlie Hebdo mi fanno cacare. Nel senso proprio che non mi fanno ridere. Sono totalmente d'accordo sulla libertà di espressione ma c'è satira e satira. Ironia e ironia.
Non sono un appassionato di Crozza, non lo guardo spesso, ma da alcuni pezzi di video che ho avuto modo di vedere si ha la netta percezione che sia una satira intelligente, quasi geniale. Al di là del ridere tanto o poco, si capisce che esalta o prende di mira alcuni aspetti ironici di una cosa che impegna l'opinione pubblica. Oppure c'è l'esempio geniale di Zalone che credo sia l'unico che venga accettato da destra e sinistra perché fa ironia su argomenti che ci impegnano in dibattiti di lungo corso: l'omosessualità, l'immigrazione, la politica, l'eutanasia, gli schemi precostituiti, ecc.
E lo fa con battute, appunto, intelligenti.

Quindi non riesco a comprendere fino in fondo la motivazione per cui ci si debba spingere a fare satira spinta spinta. Quasi blasfema. Se lo scopo è far riflettere, dico sinceramente che non dia la possibilità di farlo. Se lo scopo è far ridere, c'è tanta altra satira più soft che lo fa.

Ripeto, sarò fuori dal coro, ma per la stessa libertà di espressione che giustamente viene osannata, le vignette non mi fanno ridere, non mi fanno pensare, non mi fanno arrivare al punto.






lunedì 12 gennaio 2015

Uniti in nome di cosa


A me fa leggermente impressione sentire che l'Europa si senta unita nella condanna al terrorismo nel nome di una libertà di espressione.
Nello stesso nome si rischia di tollerare quasi tutto. E lo dico con la consapevolezza di una differenza sostanziale tra i valori e il credo di una frangia estremista dell'islam. Non giriamoci attorno, l'Europa ha lentamente ma radicalmente abbandonato l'ideale per cui è nata e soprattutto la debolezza di quei valori che hanno forgiato un popolo sono stati dimenticati ormai in un cassetto. Da troppi anni.

Per cui stride la parola unità senza un oggetto che la renda potente, decisiva. Uno slogan o le matite non possono essere permanenti. Di permanente c'è ben poco.

Ma davvero pensiamo che il problema sia solo in un gruppo ristretto che rompe gli schemi?
I fatti di Parigi e in Nigeria sono un campanello d'allarme.

Spero vivamente che la morte di tanti innocenti possa essere uno sprone per andare al fondo di ciò che può prendersi la responsabilità di unire un popolo.
Un popolo che al momento si aggrappa su poche cose, pochissime ed effimere.



venerdì 9 gennaio 2015

Il silenzio degli innocenti


Sto seguendo con trepidazione gli eventi in corso a Parigi.
Parafrasando Kafka probabilmente esiste la pace ma nessuna via. Il tempo dell'odio si sta riaffacciando nuovamente sulla terra. Sembra la sceneggiatura di un film catastrofico.

Speriamo i nostri figli non debbano abbracciare le armi come hanno fatto i nostri nonni.
Il tempo dell'odio si può sconfiggere basta lasciar spazio alla verità di ognuno.
Tempo e Spazio. Così diversi eppure così drasticamente annullati contemporaneamente.

giovedì 22 maggio 2014

Suor Cristina: animare le Messe o le Masse?


La vita di un blogger non è semplice.
La vita di una suora non ne parliamo, credo io. Le suore sono il massimo della discrezione. E quelle più isolate - in clausura - credo siano più di noi dentro la realtà. Si, noi. Che siamo abituati a tap here sugli smartphone, a cambiare canale, a parlare di minchiate ma guai a chiederci l'un l'altro come vada la vita. A volte son cazzi.

Anyway, i miei pensieri si interlacciano come in un famoso pezzo di pizzica pizzica e come un fiume li conduco verso un più adatto letto. Non mi son fumato nulla, il precedente era un rutto di poetica e prosa.

Il flusso storico di eventi ha voluto che una suora (Cristina) partecipasse a The Voice of Italy - prima volta nei talent show da quando Marconi inventò la radio. Non voglio dare un giudizio sulla monaca e neanche criticare la sua partecipazione, me ne guardo bene.

Diciamo che me ne intendo di musica e ne so abbastanza di suore.
Ecco tutto. In una frase: suor Cristina è passata dall'animare le Messe ad animare le Masse.

Prima di tutto la RAI sta scucchiaiando una gustosa coppa di gelato fatta di share e impatto mediatico che si vedeva solo in finali mondiali e finali di sanremo. Quindi il piatto è ricco. Una suora si presenta a The Voice, ha un suo fascino nel senso proprio etimologico della parola fascino (dal greco BASKÁNION - pronunciare parole su qualcuno, parlare di qualcuno) e canta discretamente mettendoci l'anima (ci starebbe una battuta ma non la faccio). La risonanza sui social network e su youtube è epica.

Forse esagero un pelo, ma mi chiedo sinceramente quanto tempo libero possa avere la suora. Va bene che dobbiamo stare nel mondo, si ma credo fino a un certo punto. E comunque la modalità sarà tanto più decisiva quanto si è coscienti dello scopo.
Appiccicare frasi vere e ragionevoli a comportamenti soggettivi non solo apre il vaso di pandora ma addirittura fa venire la voglia di pisciarci dentro.
Scusate se parlo a frasi, ma spingere sull'acceleratore - da tutte e due le estremità - può diventare controproducente. Sia per la rai che per la sorella.


Ripeto, per mamma RAI, la suorina fa le uova d'oro.

E si dia inizio ai commenti, vi aspetto numerosi.