Volevo solo condividere un giudizio. Effimero certo ma è pur sempre un giudizio.
Non ci si
deve scandalizzare se si soffre per la notizia di Kobe.
Sentiamo
spesso, troppo spesso, di adulti e bambini che muoiono di continuo in
circostanze ben più drammatiche e senza senso: su tutti penso ai poveri cristi
che muoiono per raggiungere una nazione o una terra in cui sentirsi liberi.
E aggiungo
come non sia il primo sportivo che ci lascia in circostanze tragiche: penso a
Senna, Scirea, Simoncelli, Astori e tanti altri.
Kobe è stato
un simbolo, ha attraversato molte generazioni e ha fatto appassionare migliaia
di ragazzi.
Kobe è stato un uomo di grande semplicità d’animo e questo fa di
lui uno sportivo speciale: un uomo.
La vita è
effimera, questo fa star male.
E se volete un bel tweet si potrebbe sintetizzare tutto ciò come segue: “cioè raga nulla è davvero in mano nostra”.
E se volete un bel tweet si potrebbe sintetizzare tutto ciò come segue: “cioè raga nulla è davvero in mano nostra”.
E
nei post sui social ho letto parecchi consigli che sintetizzo in due grandi
strade: strade che tornano ciclicamente quando
la morte improvvisa coglie di sorpresa una leggenda come Kobe.
O riempi la vita di cose che ti fanno star bene e godi finché ce n’è oppure spendi la tua vita per cercare un significato che regga di fronte a tutte le negatività.
O riempi la vita di cose che ti fanno star bene e godi finché ce n’è oppure spendi la tua vita per cercare un significato che regga di fronte a tutte le negatività.
La cosa che
mi piace di più è che in entrambe le strade si possono commettere errori e
ricominciare sempre. Questo sì che mi piace.
E comunque
2020 datti una calmata che stai un tantino esagerando.