sabato 30 novembre 2013
Gusto elettronico
Ho letto di un gruppo di ricercatori della National University of Singapore che avrebbero perfezionato una tecnica di simulazione del gusto attraverso degli elettrodi che stimolano la lingua.
Praticamente questo dispositivo simula tre percezioni principali il salato, l'amaro e l'acido.
Sulla quarta percezione, il dolce, ci stanno lavorando.
Si possono facilmente immaginare le applicazioni.
Per esempio si potranno inviare Mail o Whatsapp con allegato un gusto, assaggiare un piatto di Benedetta Parodi direttamente dal divano, guardare un film con assaggio incluso (penso ai fagioli di Terence Hill in Lo Chiamavano Trinità), oppure assaggiare la birra durante le Invasioni Barbariche della Bignardi e ancora succhiare un Chupa Chups leccando lo smartphone sull'apposita uscita mini USB.
La fantasia alla "SingSapore" non ha freni, perché si parla già di scenari avveniristici su possibili simulatori di odori e di aromi.
Tenetevi pure i vostri odori di merda e i gusti da ravioli al vapore.
Io adoro e odoro la realtà, quella vera; l'odore dei piatti delle nostre mamme, piatti fatti con tanto amore e tanti aromi.
Gusto elettronico?
Per gustare la vita ci vuole ben altro.
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