mercoledì 29 gennaio 2020

Si può star male per Kobe




Volevo solo condividere un giudizio. Effimero certo ma è pur sempre un giudizio.
Non ci si deve scandalizzare se si soffre per la notizia di Kobe.
Sentiamo spesso, troppo spesso, di adulti e bambini che muoiono di continuo in circostanze ben più drammatiche e senza senso: su tutti penso ai poveri cristi che muoiono per raggiungere una nazione o una terra in cui sentirsi liberi.
E aggiungo come non sia il primo sportivo che ci lascia in circostanze tragiche: penso a Senna, Scirea, Simoncelli, Astori e tanti altri.

Kobe è stato un simbolo, ha attraversato molte generazioni e ha fatto appassionare migliaia di ragazzi. 
Kobe è stato un uomo di grande semplicità d’animo e questo fa di lui uno sportivo speciale: un uomo.
La vita è effimera, questo fa star male.
E se volete un bel tweet si potrebbe sintetizzare tutto ciò come segue: “cioè raga nulla è davvero in mano nostra”.  
E nei post sui social ho letto parecchi consigli che sintetizzo in due grandi strade:  strade che tornano ciclicamente quando la morte improvvisa coglie di sorpresa una leggenda come Kobe.
O riempi la vita di cose che ti fanno star bene e godi finché ce n’è oppure spendi la tua vita per cercare un significato che regga di fronte a tutte le negatività.
La cosa che mi piace di più è che in entrambe le strade si possono commettere errori e ricominciare sempre. Questo sì che mi piace.

E comunque 2020 datti una calmata che stai un tantino esagerando.

lunedì 16 dicembre 2019

Zalone l'ultimo stereotipo italiano



Di Zalone mi piace il suo stile inimitabile.
Riesce a cogliere - come nessuno - le debolezze di un sistema politico/economico/sociale.
Mi piace il suo modo di toccare argomenti che ormai in tv non si possono toccare nemmeno con un fiore.

Checco Zalone esalta le tematiche, le gira e le rigira tirando fuori l'umano. L'umano inteso come la natura di ognuno, alla fine - si potrebbe dire - siamo fatti così come lui ci rappresenta.
L'ultima polemica sul trailer di Tolo Tolo - titolo del film di Zalone in uscita a gennaio - mi aiuta ancora di più a capire le ragioni del successo del mio corregionale anche se di polignano a mare (:D).

Perché finché si potranno affrontare le piaghe sociali ed economiche con un po' d'ironia allora si potrà  "vivere", vivere ridendo, respirare a pieni polmoni qualche stereotipo italiano che rende unico il Bel Paese, forever and ever.
I grandi della comicità italiana del passato hanno vissuto in periodi attraversati da guerre (a cavallo o subito dopo), o comunque in cambiamenti drammatici del tessuto sociale/politico, movimenti politici e richieste di diritti.
Ridere anche nelle (e delle) tematiche socialmente mainstream del momento fa di Zalone un grande personaggio sulla scena italiana (pur non capendo cosa cazzo significhi).
L'ho già detto everywhere ma quanto mi piacerebbe fare un film con Zalone, fare una cena con Zalone, anche solo fumare una sigaretta o mangiarmi due calzoni gialli fritti alla fermata del treno.

Finché sarò tra quelli che ridono per una battuta di Zalone allora mi sentirò di sana e robusta costituzione.


martedì 10 dicembre 2019

Ma quali differenze tra Nord e Sud?







Come ogni anno con le feste natalizie si rincorrono e si scontrano le solite opinioni sui soliti argomenti che – diciamocelo – alla fine ci piacciono pure e tanto.
Uno di questi è la differenza tra nord e sud. Sì, avete capito bene: tra terroni e polentoni, tra i meridionali e la gente del nord. Ma non è giusto dire “differenze” perché non esiste una linea geografica di confine e che sia univoca. Per alcuni il nord comincia sopra il fiume Po, per altri sopra Bologna o Firenze, che poi son gli stessi per cui il sud è da Napoli in giù o da Roma in giù considerando il quadrato costruito sull'ipotenusa.

Cercherò di dimostrare questa sottile visione diversa della realtà.
Che - come ovvio - fa parte della natura dell’uomo. Ogni uomo è nord e sud.
Per cui direi userei il termine “inclinazioni”, modi di essere, le differenze le lasciamo a Indovina Chi.

La prima regola fondamentale che serve per dimostrare tutto il resto è la seguente doppia verità:

  • non si può trovare in natura un uomo (o una donna) che sia un perfetto meridionale
  • non si può trovare in natura un uomo (o una donna) che sia un nordico perfetto”.


Semplicemente non esiste il puro meridionale così come non esiste il puro polentone.
Quindi L’assioma primo del comportamento umano permette che un meridionale possa avere dei comportamenti propri di uno del Nord. Lo stesso assioma ci dice che un polentone (anche quelli che tendono alla perfezione) debba avere una percentuale – seppur piccola – di inclinazione meridionale.
Badate bene, sembra una cazzata ma non lo è.
“tu sei proprio un coglione meridionale Paolo”, starete pensando.
Ma ci vediamo alla fine dell’articolo per tirare le somme.

Secondo gli stereotipi uno dei tratti distintivi di un meridionale è la sua “capacità” di far caciara, di far casino o nella sua accezione positiva “quell’inclinazione tipica a sdrammatizzare”. Ma attenzione, qui viene il bello della mia teoria.
In alcune circostanze anche quelli del nord tirano fuori questa “capacità”, che non vuol dire essere capaci ma tutt’altro, anche goffamente eh, non si butta via nulla, solo che al nord risulta solo un po’ più difficile  trovare un punto d’appoggio per fare casino, bordello, animare. Cioè esiste un freno intrinseco, una sorta di freno a mano tirato, perché poi quando ci si lascia andare anche quelli del nord sanno essere simpatici, ironici, minchioni come gli alter ego del sud italia.
Il freno a mano è la coscienza, nella mia teoria il freno a mano ce l’abbiamo tutti: io identifico il nord come "freno a mano", i filosofi la chiamano coscienza
Mentre l’acceleratore di emozioni, il casinista per antonomasia, il senza freni di tutti i tempi lo identifico con il cuore, la parte sud dell’uomo.

Non fate battute facili di anatomia o allusioni ai coglioni eh, anche se sarebbe bellissimo e potrei scrivere post semiseri fino al 2032. Sono serio. 
E quelli del Centro italia si fottano (scherzo eh, vi amo).

Allora dicevamo, una persona “tutto cuore” o “tutto ragione” non esiste, altrimenti l’assioma primo del comportamento umano sarebbe falso.
Pensiamo alla cucina italiana: i piatti, gli odori, il fritto, il sugo, il pesce, le salse, la carne, quelle cose lì che vi fanno pensare e identificare luoghi, circostanze, comportamenti di un individuo meridionale o del nord non possono avere un unico stereotipo. Un esempio su tutti: la parmigiana di melanzane. La parmigiana ha la coscienza di formaggio parmigiano (e parecchio pure) ma ha un cuore di melanzana. Viene fatta al forno con le melanzane che vanno prima fritte (mi raccomando). Ma la parmigiana di melanzana non è un piatto meridionale. E non è neanche un piatto del nord. E quando ci chiamano: “mangia parmigiana” o “mangia melanzane” ci fanno solo sapere che siamo fatti di nord e sud.

Al nord, il fatto che si mangi più ricercato è solo una conferma della coscienza, è l’evidenza del calcolatore che è il cervello. Se ti scappa la mano di salsina sull’acciuga o sul tomino quella è la parte di sud che prevale.
Se al sud preferisci parcheggiare nelle strisce o cercare parcheggio pur di non parcheggiare in seconda fila quello è il lato nord della tua persona che vuole prevalere. Ma non è che a quelli di Pordenone non venga in mente di parcheggiare in seconda o terza fila, o a quelli della Valsassina piaccia da morire far la coda in fila unica alle poste o all'Autogrill di stapizza.


Guardatevi in azione, dentro di noi c’è una latitudine che vorrebbe prevalere, c’è la coscienza che spinge e il cuore che frena o viceversa.

E se non si può più scherzare e ridere su nulla allora vorrà dire che 
“Meridione” e “Settentrione” saranno 2 bei nomi da dare a una parte dell’uomo che non vede mai il sole.







lunedì 25 novembre 2019

Vi ricordate quando c'era il sole?



Sardine di qua, sardine di là.
Salvini di qua, Salvini di là.

Allarmismo meteorologico di qua e di là.
Programmi TV e confronti politici molto più in là.
Tutti che fanno la cosa giusta, nessun vincitore e nessun vinto.
Populismo che riempie le piazze, contro-populismo che riempie le piazze, a favore del clima si riempono le piazze e si svuotano le scuole, sai che c'è?
Che alla fine una piazza è per sempre.
A palle piene coincidono piazze piene.

Sai che forse forse alla politica preferisco pure la pioggia?
Raga ho un'idea, scendiamo in piazza per il Sole?