mercoledì 29 gennaio 2020

Si può star male per Kobe




Volevo solo condividere un giudizio. Effimero certo ma è pur sempre un giudizio.
Non ci si deve scandalizzare se si soffre per la notizia di Kobe.
Sentiamo spesso, troppo spesso, di adulti e bambini che muoiono di continuo in circostanze ben più drammatiche e senza senso: su tutti penso ai poveri cristi che muoiono per raggiungere una nazione o una terra in cui sentirsi liberi.
E aggiungo come non sia il primo sportivo che ci lascia in circostanze tragiche: penso a Senna, Scirea, Simoncelli, Astori e tanti altri.

Kobe è stato un simbolo, ha attraversato molte generazioni e ha fatto appassionare migliaia di ragazzi. 
Kobe è stato un uomo di grande semplicità d’animo e questo fa di lui uno sportivo speciale: un uomo.
La vita è effimera, questo fa star male.
E se volete un bel tweet si potrebbe sintetizzare tutto ciò come segue: “cioè raga nulla è davvero in mano nostra”.  
E nei post sui social ho letto parecchi consigli che sintetizzo in due grandi strade:  strade che tornano ciclicamente quando la morte improvvisa coglie di sorpresa una leggenda come Kobe.
O riempi la vita di cose che ti fanno star bene e godi finché ce n’è oppure spendi la tua vita per cercare un significato che regga di fronte a tutte le negatività.
La cosa che mi piace di più è che in entrambe le strade si possono commettere errori e ricominciare sempre. Questo sì che mi piace.

E comunque 2020 datti una calmata che stai un tantino esagerando.