mercoledì 26 febbraio 2014

Noi, popolo della rete


Anno 2043 - Anelli di fidanzamento 
















Siamo il popolo della rete.
E non parlo degli juventini come me abituati al gol, anche rubato, ci mancherebbe, pure meglio.

Noi siamo quelli che viviamo di aggiornamento continuo.
Notizie, social, posta, whatsapp, forum, blog, sport, giochi, youtube. Per citare i più importanti.
Ma quanti siamo ormai.
Cell in tasca sempre meno
cell in mano sempre di più. 
Quasi quasi arriveremo a provare i jeans se dentro ci sta comodo il galaxy s4 o il tablet.....

E poi ci vedi che a volte prendiamo il mano lo smart solo per far girare lo schermo o riaprire la gallery delle foto. Caghiamo con il cellulare in bagno e che faxate.
Non trovi più pile di giornali in bagno. E se non va il 3G ci irritiamo come Grillo alle consultazioni.
Anzi, meglio, ci irritiamo come la preview pubblicitaria su youtube, da guardare tutta....

La batteria al 10% è sinonimo di "son cazzi". Se lasci il cell a casa ti senti perso, nudo.
Minchia se non carica le foto o gli stati. E gli occhi abituati a guardare in piccolo.
Ci stiamo spingendo oltre. Guardiamo spesso solo noi stessi e i Selfie suonano come un campanellino d'allarme.

Però che figo, dai, cazzo uno volta per organizzare una cena dovevi fare telefonate o sms re-iterati fino alla noia. Abbiamo foto di tutti, informazioni su tutti.
Ai miei tempi del liceo, si immaginava tanto. Penso alle donne. Siamo in grado di vedere tette e culi in anteprima. Tra social e whatsapp, forum e blog, della donna di cui ti sei innamorato puoi avere informazioni incredibili.
E poi l'ottavo giorno Dio creò i Leggins, ma questa è un'altra storia.
Qualcuno dirà "molto meglio rispetto a prima". No, no, fidatevi.

Cose che una volta le sapevi dall'amica di turno o dopo un'attenta "analisi" ma solo a risultato ottenuto.
Una terza era una terza....pixels e filtri adesso fanno il resto.
La rete detta le sue regole. Anzi, meglio, "la rete tetta le sue regole".

Grazie alla rete ci interessiamo al meteo. Non ce ne fregava un cazzo dieci anni fa....dai!
Siamo tutti pronti a scaricare l'app del meteo sticazzi che ti dice anche la temperatura percepita dal malleolo se metti le calze di cotone o di lana. Il meteo.....

Se mi viene in mente ancora qualcosa tra le tante vi aggiorno.
Intanto, dico che i nostri figli non parleranno, faranno "tap here"?.


martedì 25 febbraio 2014

Il Ritorno del Re(nzi)













Ieri nelle aule che contano, Aragorn ha fatto il suo ritorno, del Re appunto.
Come nell'ultimo film della sega di Peter Jackson sulla saga di Tolkien,
il Matteo nazionale mano in tasca e grattatine di testa, sfoggia a braccio il suo discorso, a volte quasi ricordando un'arringa da principe del foro, italico appunto.

Aragorn Renzi ottiene la fiducia con un discorso contro il Sauron capitanato da nani a cinque stelle. A favore di Renzi ricordiamo gli immor(t)ali Elfi "Elfaniani" e gli Hobbit della Contea PD.

Il discorso è stato talmente lungo da poter far compagnia da Torino fino a Piacenza....

Ecco i passaggi iniziali del suo speech:
"(..) viviamo un tempo di grande difficoltà, di struggenti responsabilità e abbiamo la necessità di recuperare il coraggio, il gusto e anche il piacere di provare a fare dei sogni più grandi rispetto a quelli che abbiamo svolto sino ad oggi e contemporaneamente accompagnarli da una concretezza puntuale, precisa. 
(...) vorrei iniziare con una citazione della bravissima Gigliola Cinquetti: non ho l'età. E fa pensare che oggi davanti a voi siamo qui non per inseguire un record anagrafico, non per allungare di una riga il nostro CV, non per toglierci qualche soddisfazione personale: siamo qui a chiedervi la fiducia, e oggi chiedere la fiducia è un gesto controcorrente. (...) si fatica a dare fiducia nel rapporto quotidiano con le persone, con i colleghi di lavoro; le persone che stanno fuori da quest'Aula sanno che chiedere la fiducia oggi è sempre più difficile. Non va di moda la richiesta della fiducia."

Non tengo particolarmente a Renzi, ma come nel Signore degli Anelli, posso solo augurargli di avere una compagnia come quella dell'anello.
Compagnia, sulla carta debole e multirazziale, ma con uno scopo comune.
La distruzione dell'anello, vedi debito disoccupazione sistema burocratico crisi angoscia.....

In una compagnia così ci sarebbe il giusto spazio per l'iniziativa personale, per il contributo di ognuno, perché come dice Ron "non abbiamo (più) bisogno di parole" ma passiamo direttamente ai "periodi" concreti.

Rimbocchiamoci tutti le maniche,
Praticamente vorrei vedere in giro solo gente con la canotta antifiga.

La battaglia è appena cominciata.








GUARDA ANCHE:
Renzi ha girato la ruota
Renzi e il cambio in panchina




Paolo

venerdì 21 febbraio 2014

Quando una stella muore, non fa male


La supernova di Keplero.

















Nel 185 d.C. i cinesi (sempre loro) copiarono su un foglio la sfera celeste perché una "Nuova" stella - tra quelle solite - era spuntata nel cielo.
1000 anni dopo, nel 1054 sempre "astronomi" cinesi registrano un'altra stella nel "solito" cielo, talmente brillante da vedersi anche di giorno. Per due anni era chiaramente visibile di notte.
La SN 1054 era un fuoco d'artificio stellare esploso nella costellazione del Toro.

L'ultima "Super Nova" visibile a occhio nudo apparve il 9 ottobre 1604 e fu studiata da Keplero fino alla noia, tanto da essere battezzata la Supernova di Keplero.
Per dovere di cronaca la stella esplose più di 18 mila anni fa e - come tutti sanno - la velocità della luce ha un limite invalicabile.
Se disti 18000 anni luce, beh, ti "vedo" 18 mila anni dopo.
La dura legge per quelli che vedono UFO ovunque.

Bene, la Nasa ha annunciato l'altro ieri di aver scoperto come esploda una stella.
Sembra che da dati provenienti dalla missione NuSTAR (troppo lungo da spiegare), gli scienziati della NASA, (tra cui anche un paio di ricercatori italiani), siano riusciti ad arrivare ad un attimo prima della fine della miccia.
Poco prima del botto cosmico si creano delle protuberanze e asimmetrie nella stella stessa, insomma, tra 0 e 1 c'è l'infinito.
Tra una palla di gas che esplode e una palla di gas che prima di esplodere ha come dei singhiozzi, degli scossoni, c'è una bella differenza. Non tutte le stelle muoiono come petardi.
Tre decenni di studi sulle supernove si possono riassumere così: "più pesi più rischi".
Se pesi discretamente bene, qualche stravaganza, qualche cometa inghiottita, fai una fine meno catastrofica.
Tra l'altro esiste anche la dieta spaziale.
Se per caso hai una stella abbastanza vicina puoi sempre farti prelevare della massa per far diminuire il peso.

Se non ci fossero esplosioni catastrofiche come le supernove sarebbe un gran casino. 
Non sarei qua a scrivere.
Eh già, non ci sarebbe abbastanza calcio per le ossa, ferro per il sangue e oro per le fedi nuziali, solo per citarne alcuni.
Cazzo, la supernova è l'Iper Mercato di tutti gli elementi.

Giorgia canta "quando una stella muore, fa male", ma non alle orecchie.
L'esplosione è muta, non fa rumore, non c'è audio. Provate a urlare nel vuoto.
Solo i sottotitoli, i nostri, gli unici.

giovedì 20 febbraio 2014

Un giudizio sulle consultazioni




















Puoi essere
un vecchio sinistroide da "Lotta Comunista",
un verde radicale chic,
un Sel PD NCD o leghista,
un grillino doc tav green peace e bio,
un pidiellino azzurro democristiano vecchio stampo,
un forza italia borghese pascalino,
un ferrariano sgarbiano giannino coi baffi,
un destroide con striature centriste.....

Il dato politico è una situazione quanto mai impoverita
nei temi,
nei modi,
nelle persone,
nelle proposte,
nel bene comune.

A quanti ieri son cadute le braccia o le palle durante il duello a colpi di lingua tra Renzi e Grillo?
L'apice del nulla di fatto, muro contro muro, più botta che risposta.
Anche l'ultimo baluardo potenziale si è auto screditato e ha perso.

Ieri non ha vinto un dialogo, fonte quasi sempre di passi.
Ieri hanno vinto i pregiudizi. E non parlo solo di stellinati.

Ma c'è un ultimo spiraglio di positività che deve far riflettere.
Si può e si deve far politica guardando oltre le nostre mani.
Mettendo da parte il più possibile il proprio tornaconto personale.

Lo spiraglio è questo. Stento a credere non esista nessuno in Italia che faccia proprio così.
Nessuno è impossibile.
Io parto da qui.





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@luterronpower

mercoledì 19 febbraio 2014

Perché guardiamo Sanremo?












Ieri sera calcio dalle 20 alle 21. Bel match fino all'ultimo secondo.
Torno a casa devastato, mangio e poi divano a strafottere con un occhio alla tele e l'altro su Twitter.

Dai, Sanremo alla fine lo guardiamo (quasi) tutti, ma perché?
Uno spettacolo, certo, tanto e troppo pubblicizzato, certo,
intrattiene, certo, criticabile soprattutto, certo.

E poi ci sono cantanti che cantano, dubito.
La prima serata di Sanremo si può riassumere in 3 sillabe: CA-CA-CA.
Ovvero, Casta Carrà e Cat Stevens.
Tutto il resto non pervenuto.

Guardiamo il festival perché ci fa tornare bambini, esagerato.
L'Italia del dopoguerra, l'italia degli anni sessanta (con la i minuscola), insomma l'Italia dei nostri genitori - cresciuta a botte di tante mani in pasta e poco touchscreen - guardava Sanremo.
Idoli e superstars dell'epoca visti in un tubo catodico nella prima era delle televisioni a colori via cavo.
E infatti la rete è impazzita quando è entrata la Carrà, 71 anni ma a cifre invertite.

Noi siamo il frutto di quella generazione, almeno chi è sulla trentina deve ammetterlo.
Sarà riduttivo, certo.
Ricordo particolarmente serate in cui le canzoni facevano pena e facevano a botte con il playback; ricordo occhi stanchi che alle undici erano già socchiusi.

Non esiste il festival della canzone italiana, propriamente detto.
Come un buonissimo pranzo in un ristorante di Joe Bastianich.
Sanremo potrebbe essere simile ai grissini messi sul tavolo. Insomma ogni tanto ci dai e ti ricordi di mangiarli, magari solo all'inizio, il meglio è tutto il resto, i grissini non li guardi quasi più.

A proposito di grissini, oggi nasceva un gigante cinematografico italiano, un tipo particolare che è sempre stato se stesso, con una ironia innata e inspiegabile.
Fiato alle trombe, nasceva Troisi.
Forse l'apice della genialità italiana nel genere comico-drammatico.

Il mio blog si chiama Se Non Rido Non Vivo, chi mi conosce sa che non rido facilmente.
Bene, un prototipo di un film che mi fa morir dal ridere è "Non ci resta che piangere" del 1984 dove Troisi e Benigni vivono una fantastica avventura viaggiando indietro nel tempo.
Film geniale, da Oscar.

Ce l'avete quando Troisi cerca di spiegare a Leonardo le cose del futuro?
E se avesse dovuto spiegare il festival di Sanremo?
Il titolo del film non avrebbe perso di significato.


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@luterronpower

martedì 18 febbraio 2014

Renzi pronto al lancio



La salita sul palcoscenico più caldo d'Italia ha dell'incredibile.
Non ci sarebbe bisogno di un'attenta analisi o di un medio background politico per capire che Renzi dia l'impressione di essere stato "appoggiato" dentro al cannone del circo mediatico.
3 2 1 via e la miccia innesca l'esplosione e il lancio.....

Spingiamolo dentro e vediamo come va, cosa importa di Letta, cancellato, ficchiamolo dentro, potrebbe fare come Icaro oppure dimostrare di essere in grado di guidare il volante dell'ibridamente politica Italia.

Che poi siamo arrivati ad un punto che quasi quasi ci fa piacere addossare la responsabilità su un volto semi nuovo che "cambi" dal di dentro tutte le cose negative.

Ma, il modo in cui lo spettacolo si è palesato davanti ai nostri occhi, fa sorgere almeno un paio di domande:
Chi c'è veramente dietro al palcoscenico?
Questa mossa, per caso, rappresenta un modo "elegante" per far bruciare Renzi da solo?

Di sicuro, Littizzetto & Co. useranno in moto perpetuo l'assist che proviene da questo nuovo scenario politico.

Rullo di tamburi, il cannone ha lanciato Renzi, occhi tutti addosso, senza paracadute.


Guarda anche gli altri post su Renzi: 


venerdì 14 febbraio 2014

Renzi e il cambio in panchina.




Di solito negli sport di squadra, chi è più in forma viene schierato, no?
Io, tutto sto Renzi in forma non è che l'abbia visto. Ma tant'è.

Bisogna prendere atto che Renzi in questo momento si trova sulla cresta di un'onda.
Si sente in forma, si sente di proporre, si sente di rivoluzionare, di cambiare.
Vuole farci uscire dalla palude.

A priori sarebbe un gesto onorevole. Ma, solo a priori.
Pensandoci bene, la pazienza degli italiani è al countdown.
La parola "lavoro" è al primo posto nei motori di ricerca e, nelle chiacchierate tra conoscenti, ha superato di schianto la parola "figa".
Il malessere incombe farcito di luoghi comuni e false chimere.
La rabbia e l'istinto si avvicendano come Baggio e Del Piero ai mondiali di Francia '98.

I tempi si restringono, questo lo tenga presente signor Matteo Renzi. Mentre una volta si poteva dare del tempo ad eventuali cambi in corsa o a proposte di cambiamento, adesso il sindaco di Firenze non ha solo un paio di osservatori internazionali che vanno allo stadio per vedere la "stella nascente"....No.
Adesso son cazzi.
Stop sbagliato o gol facile mancato e milioni di osservatori (critici, cinici, politici, giornalisti, vespiani, SanToro e SanRemo incombenti) saranno pronti a confutare qualsiasi brillante slogan o ideona Renziana.

A tutte le auto convergere e in bocca al lupo.
E Letta in panchina si farà una risatina.





Guarda anche il mio post: "Renzi ha girato la ruota"

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giovedì 13 febbraio 2014

Italia, paese di Santi


Siamo nella settimana dei santi più amati e odiati allo stesso tempo.
San Valentino per motivi sentimentaloidi e San Remo per motivi di emorroidi.

Il santo di Terni - decapitato sulla via Flaminia a 97 anni il 14 febbraio del 273 d.C. - è considerato in tutto il mondo il protettore degli innamorati.
San Remo non esiste come santo, ma Sanremo ha come protettore San Romolo, per cui prendetevala con lui al massimo.

Ebbene, diciamocela pure tutta.
La sete di consumismo a braccetto con la voglia di dare (e fare) spettacolo ad ogni costo abilitano a fare, a dire, a pensare, cose al limite della fantasia umana.

L'amore è una cosa seria, talmente seria, che basterebbe un secondo solo per dare senso a tutta la vita.
La TV è una cosa seria, talmente seria, che non basterebbe una vita intera.

Per cui albergatori, ristoratori, cantautori, porno-attori, editori, critici cinici e stitici, avanti con penna pizza cuori piccioni chitarre e mandolini...create pure la solita fiera del moralismo bieco e del finto perbenismo.
Io, il bacio perugina me lo mangio con attorno tutta la cartina.

Ciao proprio.


mercoledì 12 febbraio 2014

Faccia a Faccia Renzi Letta


Renzi e Letta: dai rutti ai fatti













Che succede signori della giuria?
Vostro onore si sta facendo un gran casino sull'eventuale cambio della guardia alla guida del paese.
Siamo ormai abituati alla apertura dei Tg e dei giornali sul rocambolesco scambio di facciate e di idee tra i due personaggi politici del momento. O meglio, sotto i riflettori.

Eh, badate bene, c'è della differenza. Essere sotto i riflettori molte volte vuol dire cavalcare onde che si propagano da chissà dove ma verso un sentimento comune, dato ovviamente dai media, potere assoluto e relativo.

Renzi e Letta mi ricordano due famiglie che arrivano nello stesso momento su una spiaggia affollatissima. 
Allora, pian piano, si mette l'asciugamano a terra e si pianta l'ombrellone in un fazzolettino di terra. E poi lentamente, senza quasi farsi vedere butti un paio di ciabatte più in là per ampliare (e marcare) il territorio.
Renzi butta l'asciugamano, e apre un lettino a metà (per non farsi notare più di tanto) mentre Letta ha giù l'ombrellone e un paio di sedie.
Chi dei due avrà occupato più spazio?
In questo turbinio di forze e interforze, di solito ci si ritrova con un terzo incomodo; già...colui che osserva da lontano, pondera e poi gode delle conseguenze.
Tra due litiganti il terzo gode dice uno dei proverbi più bramati in ambito politico.

Non abituiamoci facilmente, altri colpi di scena (o presunti tali) verranno al pettine.

Se lo slogan di sempre è stato: "La prima politica è vivere",
parafrasando, lo slogan più adeguato di questo momento storico è: "La prima politica è ridere"......

Intanto Penelope tesse la sua tela

martedì 11 febbraio 2014

Oggi Edison vedeva la luce......


Edison con una moderna lampadina
con un modesto photoshop..........


















11 febbraio 1847.
Si presenta sulla scena un uomo che avrebbe speso la sua vita e le sue energie per la ricerca scientifica.
Edison, il super scienziato praticone sperimentale geniale, che partendo - come tutto del resto - dalle spalle dei giganti ha visto un pelino più lontano di altri.
Di lui il grande fisico Nikola Tesla, noto anche come "il santo patrono dell'elettricità", ebbe a dire:

"Se Edison deve cercare un ago in un pagliaio procede con la diligenza dell'ape nell'esaminare paglia per paglia fino a quando trova l'oggetto della sua ricerca. Ero testimone dispiaciuto di tale comportamento, sapendo che un po' di teoria e calcoli avrebbero evitato il 90% del suo lavoro".
Praticone instancabile e 'pancia a terra' il nostro eroe.


La fine del 1800 è carica di invenzioni, scoperte, concezioni avanzate, scienziati con le palle.
Edison ancora in tenerà età e parzialmente sordo, si passa le giornate al telegrafo e a soli 30 anni finisce su tutti i social network dell'epoca per l'invenzione del Fonografo.
Con il Fonografo si gettano le basi delle moderne audioregistrazioni, delle segreterie telefoniche, musicassette, CD e MP3.
"Mary had a little lamb" - Mary aveva un agnellino - è la prima frase registrata dall'umanità, la prima frase che si è potuta risentire.
E che fantasia, tra l'altro.

Il 4 settembre 1882 fu il primo al mondo a fornire energia elettrica a 60 utenti, 110 volt, vicino al suo laboratorio di Pearl Street a Manhattan.
Pensate cosa volesse dire essere i primi al mondo ad avere energia elettrica. Non esiste un paragone simile. Forse è come se adesso nel frigo di casa mia potessi produrre energia con fusione termonucleare o fusione fredda. Nello stesso anno, usando l'energia idrica delle cascate del Niagara, creò la prima centrale elettrica.

Insieme ad altri, con la sua aziendina, perfezionò e miglioro la prima lampadina a incandescenza.
Quindi, oggi ma 167 anni fa, vedeva la luce Edison e scusate il gioco di parole.
Edison morì nel 1931.
Nella storia della Scienza rappresenta uno dei pionieri dell'elettricità, del magnetismo, della propagazione delle onde, della radiazione luminosa, dell'auto elettrica, del cinema e moooolto altro ancora.

Due famose frasi di Edison racchiudono un genio all'opera, spinto dal desiderio del bello e del vero, ragioni per cui anche 100 anni dopo la sua mooooolto intensa attività un uomo così mi è contemporaneo.

"Riesce in tutto chi si dà da fare mentre aspetta".
"Il tempo è l'unico vero capitale che un essere umano ha, e l'unico che non può permettersi di perdere".



Guarda anche il mio post "Salgo sulle spalle dei giganti".

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@luterronpower

lunedì 10 febbraio 2014

Tutti come Mario Balotelli














La partita di sabato sera vedeva il Napoli contro il Milan.
Giornali e TV hanno immortalato - in tutte le salse - le lacrime di un ragazzo di 24 anni all'apice del successo mediatico/gossipparo/baristico.
Mario Balotelli, sostituito, si siede in panchina e poco dopo scoppia in un pianto inarrestabile.

A questo punto si salta sul carro e Barbaramente - alla d'Urso - tutti ci si lancia all'arrembaggio per spiegare la causa di questa farsa mandata in scena da questo n-esimo attore non protagonista con sceneggiatura non originale.
Sarà per la Pia, la Fico, "eh ma si loro abitano a Napoli", le decisioni importanti, la vita strana,  il calcio giocato, sul campo da leoni ma nella barca come "vita di pi", eccetera eccetera eccetera.

Comunque vada giudicato la panchina è stata il palco di uno spettacolo d'umanità.
La vita è unica, non si può vivere a compartimenti stagni.

Di questo ha bisogno il calcio? Di questo ha bisogno la TV?
Di questo si deve parlare per lo share, per i diritti tv, per i milioni di euro?

Siamo di fronte all'n-esima conferma che puoi guadagnare tutto il mondo, soldi sudati o no, donne vere o finte, macchine turbo sticazzi, case piene di tutto ma vuote di significato......e poi ci perdiamo i meglio....
noi stessi.

Quando la vita ci chiede il conto, le mance non le decidiamo noi.
Caro Balo, benvenuto nel Club, che non è solo il Milan.




Guarda anche il mio post su Cristiano Ronaldo "Un Pallone d'Umano"
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venerdì 7 febbraio 2014

Heidi: 36 anni e non sentirli




Naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!! non ci posso credere.
36 anni fa, 7 febbraio 1978, veniva trasmessa la prima puntata di un cartone animato che sarebbe diventato un cult degli anni '80, '90 e addirittura fino ai giorni nostri.
"Arupusu no shōjo Haiji", letteralmente "Heidi, la ragazza delle Alpi".

Son cose.
Per molti di noi è stato come Peppa Pig anche se con facce in prospettiva e non orizzontali.

Questo appassionante cartone animato - reso celebre soprattutto dalla sigla con le caprette che fanno ciao, dalla signora Rottenmeier e dal suo nonno con la barba bianca come il latte - ha attraversato indenne la computer grafica e l'animazione in 3D.
E poi soprattutto tanti cantanti, attori, scrittori e comici si sono ispirati alla storia della montanara amica degli animali.

Mi piace pensare che la mia generazione ha già dei figli che possono vedere gli stessi cartoni animati con cui i genitori son diventati grandi.
Mio papà dai 4 ai 14 anni non aveva neanche la radio.


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mercoledì 5 febbraio 2014

Salgo sulle spalle dei giganti




Erano passati circa dieci anni dalla mela cotta in caduta libera.

Stava perfezionando metodi e approcci matematici, calcoli differenziali, logaritmi che avrebbero fatto impazzire studenti negli anni avvenire, lenti acromatiche, telescopi a riflessione, meccanica celeste.

In una lettera del 5 febbraio 1676 (338 anni fa) Newton scriveva al suo amico/nemico Robert Hookes una famosa frase medievale "Se ho visto più lontano, è perché stavo sulle spalle dei giganti".
Dopo la sua morte l'intera umanità è salita sulle sue spalle e ha visto molto più in là.

Circa 5 anni fa mi capita tra le mani un romanzo pesantissimo con massa a riposo di circa 2 kg, ai limiti della portata di peso delle mensole IKEA.
Il Cavallo Rosso di Eugenio Corti.

Un romanzo narrato con occhi di chi ha visto veramente. Voglio dire un seppur geniale Harry Potter - ma frutto della fantasia - è diverso da un romanzo dove anche i 5 sensi hanno preso parte.
E poi c'è il fattore cuore. Si scrive con le mani certo, si scrive con la testa, ma il cuore lo vedi proprio: è proprio quello il momento in cui lo scrittore lo senti come una parte di te.
Il momento in cui anche se i fatti risalgono alla seconda guerra mondiale, alla spedizione italiana in Russia, e poi oltre fino al dopoguerra, non riesci a toglierteli di dosso come una cazzo di maglietta bagnata dopo una partita a calcio sotto la pioggia.

C'è di tutto in questo libro. Certo, un libro che implica "mi prendo un mese e lo leggo".
C'è di tutto: dall'amore alla famiglia, dalla guerra fino alla sofferenza, si intuisce un bene per sempre, la voglia di vivere, il desiderio di bene, il perché della vita e forse anche il significato del mondo...

Oggi Eugenio Corti è morto nel più assoluto silenzio. Lui, uno dei pochi fortunati tornato sano e salvo.
Forse meritava il premio nobel.


Non ho fatto la spedizione in Russia ma ho visto più lontano perché sono salito sulle spalle di un gigante.




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martedì 4 febbraio 2014

La cultura del lamento


Al di là di Letta,
Confindustria e disfattismi,
una cosa è certa.
La cultura o il movimento del lamento avanza inesorabilmente.

A lavoro, sugli autobus, nelle mense, negli uffici, a casa, al bar, nei ristoranti, sui banchi di scuola, nelle aule professori, nei parlamenti, nel pubblico e nel privato, nelle aziende a girone unico, ovunque.

Ci si lamenta, si pontifica, si fa oppressione compulsiva e polemica a priori.
Perché in fondo non va questo, non va quest altro, non , non , non , , , , , ,,,,,,,,,,,,

Non sono un paladino del movimento del "tutto positivo" a priori e neanche del "non voglio vedere" e quindi non c'è. Lo facciamo tutti, su tutto, ci lamentiamo, pensiamo alla benzina, alla spesa, alla macchina, ai figli, alla casa, alla vita, agli amici, ai social network, alle, alla al, la, , , , , , ,,,,,,,,,

Oggi, di nuovo, le cose che ci stanno più care, ci sono. E anche quelle meno care.
Oggi il lamento si batte.
Oggi la vita è meravigliosa.





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lunedì 3 febbraio 2014

Le mani alzate



Ieri mio figlio era a terra che giocava nel suo mondo e a un certo punto mi ha guardato e, allungando le mani, ha ondeggiato un pelino con la testolina.

Mi ha fatto capire che voleva essere cagato, preso in braccio.

Ma da grandi, da adulti, quanto daremmo per avere quello sguardo e quelle mani alzate?
E soprattutto, quanto daremmo per avere uno che ci prenda, ci prenda e basta.
Ehi, non è roba da teneri o sentimentali, è così.

Buona ricerca, siamo in tanti.

P.S. ci sono stati altri 3 motivi per cui ieri ha alzato le mani, ma era un segno di gioia, uno per ogni goal all'Inter. Ma lo ha fatto per imitazione........


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