martedì 28 gennaio 2014

Il disastro del Challenger


Il Challenger pochi istanti prima dell'esplosione.

















28 gennaio 1986.
Lo speaker con accento americano inizia il countdown.
Il Challenger si stacca dalla rampa di lancio. 7 membri dell'equipaggio salgono in cielo un po' più velocemente. Il destino ha voluto che non si accorgessero di nulla.

L'Equipaggio.
La diretta del lancio seguita in mondovisione da 1 miliardo di persone, evento mediatico di impatto simile alla conquista della Luna.
Non stavamo guardando Star Trek o Star Wars.
Tutto vero.

I 73 secondi più drammatici nella storia della conquista dello spazio.
Fu un duro colpo per la NASA, un duro colpo per l'esplorazione spaziale, duro colpo per l'umanità.


Oggi ricorre il 19esimo anniversario di questo scontro frontale tra il desiderio umano di ricerca (e non solo) e il nostro essere effimeri.
Nel mio Blog c'è sempre spazio per questa "sproporzione strutturale".






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@luterronpower


lunedì 27 gennaio 2014

Avanti così


















Guardati mentre ti muovi o mentre ti lamenti.
Sempre a dare la colpa al mondo, eppure basterebbe così poco.

Sempre a prendercela con il mondo perché dovrebbe fare qualcosina in più.
Arrabbiàti, Incazzàti, Delusi, Presuntuosi, Orgogliosi.
E, invece, cosa puoi fare tu?
Poche volte, quasi mai, ci chiediamo: "cosa posso fare io?".

Avanti così?.... No basta, tocca ad Eliot adesso.

"Spesso sostando,
perdendo tempo,
sviandosi, attardandosi,
tornando, eppure mai
seguendo un’altra via." 





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@luterronpower

venerdì 24 gennaio 2014

Un mondo di password





















Tutto credo abbia avuto inizio con l'avvento dei bancomat, la consegna del pin e cosi via.

Ormai quasi tutto richiede un accesso con password - o PIN - che assieme allo Username costituiscono le "credenziali d'accesso"........

Rappresenta la parola d'ordine che apre la porta.
Usiamo le password per accesso a cose come il prelievo bancomat, il pagamento alle casse, accesso alla casella e-mail, social network, lo sblocco del telefonino, acquisto biglietti di tutti i tipi, prenotazione hotel, siti di vendita online, account vari e molte altre cose.

In una giornata tipo, in media, dai 14 anni fino ai 65, per almeno 6 volte al giorno usiamo delle password (almeno). Questo vuol dire che alcune, quelle che usiamo più di frequente, ce le ricordiamo a memoria, ma - ahimè - per altre dobbiamo ricorrere a file di testo, a bigliettini volanti, nomi sul cellulare ma che hanno il numero di una password, date di nascita o nomi di persone care, posizioni del kamasutra, personaggi famosi, e molto altro.
Per non parlare di quando il portale ci chiede di modificarla. Che Scassword.
Panico misto a nervosismo e paura di sbagliare due volte.

Il capitolo degli stronzi che cercano di ottenere la password di un utente non lo voglio affrontare, ma questo mi fa solo immaginare fin dove arriveremo visto che con il passare del tempo sempre meno si riesca a vivere senza le 3 parole più usate del 21esimo secolo:
"Connessione A Internet".

Un collega mi faceva notare come in metropolitana - la famosa Emme 1 di Torino - si sia fermato per un attimo a guardare la ggggggente che aveva attorno.
Tutti intenti, con la testa inclinata verso il basso, a touchare uno smartphone senza alzare mai lo sguardo. Mentre invece, chi non smanettava con i polpastrelli, si chiudeva ermeticamente nel proprio Pandora di Avatar tramite la parola più usata sui mezzi pubblici, e cioè la parola "Auricolare", con tutte le vocali, tra l'altro.

Il mio collega avrebbe voluto disperatamente la password per ripristinare il sistema Uomo all'ultimo salvataggio: L'Homo non Annullatus.

Ma è stata dimenticata e non c'è un link per il ripristino.





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@luterronpower

giovedì 23 gennaio 2014

Il mio Primo Colloquio di lavoro







Oggi racconto il mio primo colloquio di lavoro da fresco laureato, o meglio vi racconto il contorno....
Un giorno di inizio settimana, il colloquio sarebbe avvenuto il lunedì successivo.

Quindi la prima cosa che faccio è portare il vestito della laurea - l'unico in quel momento - in lavanderia vicino casa. E la tipa mi dice, "venga sabato, meglio nel pomeriggio", dico "OK!", 15 euro.
Arriva sabato, ritiro tutto incellofanato e profumato. E lo ficco nell'armadio così com'è.

Bene, domenica sera misto di ansia e curiosità - il mio primo colloquio - vado a dormire con mille pensieri ma ancora con la puzza di Nesquik. Mi rotolo nel letto come l'ultimo cannellone nella teglia e alla fine morfeo ha il sopravvento.
Lunedì mattina, pronti via, scendo dal letto come Zampa di Giaguaro - il giovane Maya in Apocalypto - e vado di colazione e doccia.

Tolgo il Cellofan con la delicatezza di un orafo, sfilo i pantaloni piegati dentro quella stracazzo di gruccia, erano neri a prima vista, infilo piede destro, e.................Nooooooo! Era un pinocchietto da donna della Benetton...mi ritrovo nudo da mezzo polpaccio in giù...panico, ansia, sudore, incredulità, nervosismo, a tutte le auto convergere.....100 sfumature di sigarette dopo, cerco disperatamente dagli altri coinquilini un paio di pantaloni - uno spezzato comunque inguardabile e inverosimile, ma comunque un vestito - inizio a provare ma uno mi stava largo, uno piccolo, uno lungo e l'altro corto.....alla fine sono uscito di casa vestito di jeans, giacca, cravatta, con mocassino.....se avessi avuto il Leggo sotto l'ascella avreste potuto scambiarmi per un autista GTT.

Andò bene il colloquio perché non avevo niente da perdere dopo quel che mi era successo e la piccola aziendina mi propose un contratto.
Un aziendina piccola che faceva il carrellino a getto d'inchiostro delle stampanti per grossi fornitori....

Io rifiutai, si poteva ancora fare, era il 2004, laureato in Fisica con la puzza di Nesquik.

Ma poi quando tornai in lavanderia vi giuro che per una frazione di secondo mi sono visto a "Un Giorno in Pretura" come imputato per omicidio premeditato e come movente un pinocchietto di merda della Benetton.

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@luterronpower