lunedì 12 gennaio 2015

Uniti in nome di cosa


A me fa leggermente impressione sentire che l'Europa si senta unita nella condanna al terrorismo nel nome di una libertà di espressione.
Nello stesso nome si rischia di tollerare quasi tutto. E lo dico con la consapevolezza di una differenza sostanziale tra i valori e il credo di una frangia estremista dell'islam. Non giriamoci attorno, l'Europa ha lentamente ma radicalmente abbandonato l'ideale per cui è nata e soprattutto la debolezza di quei valori che hanno forgiato un popolo sono stati dimenticati ormai in un cassetto. Da troppi anni.

Per cui stride la parola unità senza un oggetto che la renda potente, decisiva. Uno slogan o le matite non possono essere permanenti. Di permanente c'è ben poco.

Ma davvero pensiamo che il problema sia solo in un gruppo ristretto che rompe gli schemi?
I fatti di Parigi e in Nigeria sono un campanello d'allarme.

Spero vivamente che la morte di tanti innocenti possa essere uno sprone per andare al fondo di ciò che può prendersi la responsabilità di unire un popolo.
Un popolo che al momento si aggrappa su poche cose, pochissime ed effimere.



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