martedì 25 febbraio 2014

Il Ritorno del Re(nzi)













Ieri nelle aule che contano, Aragorn ha fatto il suo ritorno, del Re appunto.
Come nell'ultimo film della sega di Peter Jackson sulla saga di Tolkien,
il Matteo nazionale mano in tasca e grattatine di testa, sfoggia a braccio il suo discorso, a volte quasi ricordando un'arringa da principe del foro, italico appunto.

Aragorn Renzi ottiene la fiducia con un discorso contro il Sauron capitanato da nani a cinque stelle. A favore di Renzi ricordiamo gli immor(t)ali Elfi "Elfaniani" e gli Hobbit della Contea PD.

Il discorso è stato talmente lungo da poter far compagnia da Torino fino a Piacenza....

Ecco i passaggi iniziali del suo speech:
"(..) viviamo un tempo di grande difficoltà, di struggenti responsabilità e abbiamo la necessità di recuperare il coraggio, il gusto e anche il piacere di provare a fare dei sogni più grandi rispetto a quelli che abbiamo svolto sino ad oggi e contemporaneamente accompagnarli da una concretezza puntuale, precisa. 
(...) vorrei iniziare con una citazione della bravissima Gigliola Cinquetti: non ho l'età. E fa pensare che oggi davanti a voi siamo qui non per inseguire un record anagrafico, non per allungare di una riga il nostro CV, non per toglierci qualche soddisfazione personale: siamo qui a chiedervi la fiducia, e oggi chiedere la fiducia è un gesto controcorrente. (...) si fatica a dare fiducia nel rapporto quotidiano con le persone, con i colleghi di lavoro; le persone che stanno fuori da quest'Aula sanno che chiedere la fiducia oggi è sempre più difficile. Non va di moda la richiesta della fiducia."

Non tengo particolarmente a Renzi, ma come nel Signore degli Anelli, posso solo augurargli di avere una compagnia come quella dell'anello.
Compagnia, sulla carta debole e multirazziale, ma con uno scopo comune.
La distruzione dell'anello, vedi debito disoccupazione sistema burocratico crisi angoscia.....

In una compagnia così ci sarebbe il giusto spazio per l'iniziativa personale, per il contributo di ognuno, perché come dice Ron "non abbiamo (più) bisogno di parole" ma passiamo direttamente ai "periodi" concreti.

Rimbocchiamoci tutti le maniche,
Praticamente vorrei vedere in giro solo gente con la canotta antifiga.

La battaglia è appena cominciata.








GUARDA ANCHE:
Renzi ha girato la ruota
Renzi e il cambio in panchina




Paolo

venerdì 21 febbraio 2014

Quando una stella muore, non fa male


La supernova di Keplero.

















Nel 185 d.C. i cinesi (sempre loro) copiarono su un foglio la sfera celeste perché una "Nuova" stella - tra quelle solite - era spuntata nel cielo.
1000 anni dopo, nel 1054 sempre "astronomi" cinesi registrano un'altra stella nel "solito" cielo, talmente brillante da vedersi anche di giorno. Per due anni era chiaramente visibile di notte.
La SN 1054 era un fuoco d'artificio stellare esploso nella costellazione del Toro.

L'ultima "Super Nova" visibile a occhio nudo apparve il 9 ottobre 1604 e fu studiata da Keplero fino alla noia, tanto da essere battezzata la Supernova di Keplero.
Per dovere di cronaca la stella esplose più di 18 mila anni fa e - come tutti sanno - la velocità della luce ha un limite invalicabile.
Se disti 18000 anni luce, beh, ti "vedo" 18 mila anni dopo.
La dura legge per quelli che vedono UFO ovunque.

Bene, la Nasa ha annunciato l'altro ieri di aver scoperto come esploda una stella.
Sembra che da dati provenienti dalla missione NuSTAR (troppo lungo da spiegare), gli scienziati della NASA, (tra cui anche un paio di ricercatori italiani), siano riusciti ad arrivare ad un attimo prima della fine della miccia.
Poco prima del botto cosmico si creano delle protuberanze e asimmetrie nella stella stessa, insomma, tra 0 e 1 c'è l'infinito.
Tra una palla di gas che esplode e una palla di gas che prima di esplodere ha come dei singhiozzi, degli scossoni, c'è una bella differenza. Non tutte le stelle muoiono come petardi.
Tre decenni di studi sulle supernove si possono riassumere così: "più pesi più rischi".
Se pesi discretamente bene, qualche stravaganza, qualche cometa inghiottita, fai una fine meno catastrofica.
Tra l'altro esiste anche la dieta spaziale.
Se per caso hai una stella abbastanza vicina puoi sempre farti prelevare della massa per far diminuire il peso.

Se non ci fossero esplosioni catastrofiche come le supernove sarebbe un gran casino. 
Non sarei qua a scrivere.
Eh già, non ci sarebbe abbastanza calcio per le ossa, ferro per il sangue e oro per le fedi nuziali, solo per citarne alcuni.
Cazzo, la supernova è l'Iper Mercato di tutti gli elementi.

Giorgia canta "quando una stella muore, fa male", ma non alle orecchie.
L'esplosione è muta, non fa rumore, non c'è audio. Provate a urlare nel vuoto.
Solo i sottotitoli, i nostri, gli unici.

giovedì 20 febbraio 2014

Un giudizio sulle consultazioni




















Puoi essere
un vecchio sinistroide da "Lotta Comunista",
un verde radicale chic,
un Sel PD NCD o leghista,
un grillino doc tav green peace e bio,
un pidiellino azzurro democristiano vecchio stampo,
un forza italia borghese pascalino,
un ferrariano sgarbiano giannino coi baffi,
un destroide con striature centriste.....

Il dato politico è una situazione quanto mai impoverita
nei temi,
nei modi,
nelle persone,
nelle proposte,
nel bene comune.

A quanti ieri son cadute le braccia o le palle durante il duello a colpi di lingua tra Renzi e Grillo?
L'apice del nulla di fatto, muro contro muro, più botta che risposta.
Anche l'ultimo baluardo potenziale si è auto screditato e ha perso.

Ieri non ha vinto un dialogo, fonte quasi sempre di passi.
Ieri hanno vinto i pregiudizi. E non parlo solo di stellinati.

Ma c'è un ultimo spiraglio di positività che deve far riflettere.
Si può e si deve far politica guardando oltre le nostre mani.
Mettendo da parte il più possibile il proprio tornaconto personale.

Lo spiraglio è questo. Stento a credere non esista nessuno in Italia che faccia proprio così.
Nessuno è impossibile.
Io parto da qui.





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@luterronpower

mercoledì 19 febbraio 2014

Perché guardiamo Sanremo?












Ieri sera calcio dalle 20 alle 21. Bel match fino all'ultimo secondo.
Torno a casa devastato, mangio e poi divano a strafottere con un occhio alla tele e l'altro su Twitter.

Dai, Sanremo alla fine lo guardiamo (quasi) tutti, ma perché?
Uno spettacolo, certo, tanto e troppo pubblicizzato, certo,
intrattiene, certo, criticabile soprattutto, certo.

E poi ci sono cantanti che cantano, dubito.
La prima serata di Sanremo si può riassumere in 3 sillabe: CA-CA-CA.
Ovvero, Casta Carrà e Cat Stevens.
Tutto il resto non pervenuto.

Guardiamo il festival perché ci fa tornare bambini, esagerato.
L'Italia del dopoguerra, l'italia degli anni sessanta (con la i minuscola), insomma l'Italia dei nostri genitori - cresciuta a botte di tante mani in pasta e poco touchscreen - guardava Sanremo.
Idoli e superstars dell'epoca visti in un tubo catodico nella prima era delle televisioni a colori via cavo.
E infatti la rete è impazzita quando è entrata la Carrà, 71 anni ma a cifre invertite.

Noi siamo il frutto di quella generazione, almeno chi è sulla trentina deve ammetterlo.
Sarà riduttivo, certo.
Ricordo particolarmente serate in cui le canzoni facevano pena e facevano a botte con il playback; ricordo occhi stanchi che alle undici erano già socchiusi.

Non esiste il festival della canzone italiana, propriamente detto.
Come un buonissimo pranzo in un ristorante di Joe Bastianich.
Sanremo potrebbe essere simile ai grissini messi sul tavolo. Insomma ogni tanto ci dai e ti ricordi di mangiarli, magari solo all'inizio, il meglio è tutto il resto, i grissini non li guardi quasi più.

A proposito di grissini, oggi nasceva un gigante cinematografico italiano, un tipo particolare che è sempre stato se stesso, con una ironia innata e inspiegabile.
Fiato alle trombe, nasceva Troisi.
Forse l'apice della genialità italiana nel genere comico-drammatico.

Il mio blog si chiama Se Non Rido Non Vivo, chi mi conosce sa che non rido facilmente.
Bene, un prototipo di un film che mi fa morir dal ridere è "Non ci resta che piangere" del 1984 dove Troisi e Benigni vivono una fantastica avventura viaggiando indietro nel tempo.
Film geniale, da Oscar.

Ce l'avete quando Troisi cerca di spiegare a Leonardo le cose del futuro?
E se avesse dovuto spiegare il festival di Sanremo?
Il titolo del film non avrebbe perso di significato.


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@luterronpower

martedì 18 febbraio 2014

Renzi pronto al lancio



La salita sul palcoscenico più caldo d'Italia ha dell'incredibile.
Non ci sarebbe bisogno di un'attenta analisi o di un medio background politico per capire che Renzi dia l'impressione di essere stato "appoggiato" dentro al cannone del circo mediatico.
3 2 1 via e la miccia innesca l'esplosione e il lancio.....

Spingiamolo dentro e vediamo come va, cosa importa di Letta, cancellato, ficchiamolo dentro, potrebbe fare come Icaro oppure dimostrare di essere in grado di guidare il volante dell'ibridamente politica Italia.

Che poi siamo arrivati ad un punto che quasi quasi ci fa piacere addossare la responsabilità su un volto semi nuovo che "cambi" dal di dentro tutte le cose negative.

Ma, il modo in cui lo spettacolo si è palesato davanti ai nostri occhi, fa sorgere almeno un paio di domande:
Chi c'è veramente dietro al palcoscenico?
Questa mossa, per caso, rappresenta un modo "elegante" per far bruciare Renzi da solo?

Di sicuro, Littizzetto & Co. useranno in moto perpetuo l'assist che proviene da questo nuovo scenario politico.

Rullo di tamburi, il cannone ha lanciato Renzi, occhi tutti addosso, senza paracadute.


Guarda anche gli altri post su Renzi: 


venerdì 14 febbraio 2014

Renzi e il cambio in panchina.




Di solito negli sport di squadra, chi è più in forma viene schierato, no?
Io, tutto sto Renzi in forma non è che l'abbia visto. Ma tant'è.

Bisogna prendere atto che Renzi in questo momento si trova sulla cresta di un'onda.
Si sente in forma, si sente di proporre, si sente di rivoluzionare, di cambiare.
Vuole farci uscire dalla palude.

A priori sarebbe un gesto onorevole. Ma, solo a priori.
Pensandoci bene, la pazienza degli italiani è al countdown.
La parola "lavoro" è al primo posto nei motori di ricerca e, nelle chiacchierate tra conoscenti, ha superato di schianto la parola "figa".
Il malessere incombe farcito di luoghi comuni e false chimere.
La rabbia e l'istinto si avvicendano come Baggio e Del Piero ai mondiali di Francia '98.

I tempi si restringono, questo lo tenga presente signor Matteo Renzi. Mentre una volta si poteva dare del tempo ad eventuali cambi in corsa o a proposte di cambiamento, adesso il sindaco di Firenze non ha solo un paio di osservatori internazionali che vanno allo stadio per vedere la "stella nascente"....No.
Adesso son cazzi.
Stop sbagliato o gol facile mancato e milioni di osservatori (critici, cinici, politici, giornalisti, vespiani, SanToro e SanRemo incombenti) saranno pronti a confutare qualsiasi brillante slogan o ideona Renziana.

A tutte le auto convergere e in bocca al lupo.
E Letta in panchina si farà una risatina.





Guarda anche il mio post: "Renzi ha girato la ruota"

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@luterronpower

giovedì 13 febbraio 2014

Italia, paese di Santi


Siamo nella settimana dei santi più amati e odiati allo stesso tempo.
San Valentino per motivi sentimentaloidi e San Remo per motivi di emorroidi.

Il santo di Terni - decapitato sulla via Flaminia a 97 anni il 14 febbraio del 273 d.C. - è considerato in tutto il mondo il protettore degli innamorati.
San Remo non esiste come santo, ma Sanremo ha come protettore San Romolo, per cui prendetevala con lui al massimo.

Ebbene, diciamocela pure tutta.
La sete di consumismo a braccetto con la voglia di dare (e fare) spettacolo ad ogni costo abilitano a fare, a dire, a pensare, cose al limite della fantasia umana.

L'amore è una cosa seria, talmente seria, che basterebbe un secondo solo per dare senso a tutta la vita.
La TV è una cosa seria, talmente seria, che non basterebbe una vita intera.

Per cui albergatori, ristoratori, cantautori, porno-attori, editori, critici cinici e stitici, avanti con penna pizza cuori piccioni chitarre e mandolini...create pure la solita fiera del moralismo bieco e del finto perbenismo.
Io, il bacio perugina me lo mangio con attorno tutta la cartina.

Ciao proprio.


mercoledì 12 febbraio 2014

Faccia a Faccia Renzi Letta


Renzi e Letta: dai rutti ai fatti













Che succede signori della giuria?
Vostro onore si sta facendo un gran casino sull'eventuale cambio della guardia alla guida del paese.
Siamo ormai abituati alla apertura dei Tg e dei giornali sul rocambolesco scambio di facciate e di idee tra i due personaggi politici del momento. O meglio, sotto i riflettori.

Eh, badate bene, c'è della differenza. Essere sotto i riflettori molte volte vuol dire cavalcare onde che si propagano da chissà dove ma verso un sentimento comune, dato ovviamente dai media, potere assoluto e relativo.

Renzi e Letta mi ricordano due famiglie che arrivano nello stesso momento su una spiaggia affollatissima. 
Allora, pian piano, si mette l'asciugamano a terra e si pianta l'ombrellone in un fazzolettino di terra. E poi lentamente, senza quasi farsi vedere butti un paio di ciabatte più in là per ampliare (e marcare) il territorio.
Renzi butta l'asciugamano, e apre un lettino a metà (per non farsi notare più di tanto) mentre Letta ha giù l'ombrellone e un paio di sedie.
Chi dei due avrà occupato più spazio?
In questo turbinio di forze e interforze, di solito ci si ritrova con un terzo incomodo; già...colui che osserva da lontano, pondera e poi gode delle conseguenze.
Tra due litiganti il terzo gode dice uno dei proverbi più bramati in ambito politico.

Non abituiamoci facilmente, altri colpi di scena (o presunti tali) verranno al pettine.

Se lo slogan di sempre è stato: "La prima politica è vivere",
parafrasando, lo slogan più adeguato di questo momento storico è: "La prima politica è ridere"......

Intanto Penelope tesse la sua tela

martedì 11 febbraio 2014

Oggi Edison vedeva la luce......


Edison con una moderna lampadina
con un modesto photoshop..........


















11 febbraio 1847.
Si presenta sulla scena un uomo che avrebbe speso la sua vita e le sue energie per la ricerca scientifica.
Edison, il super scienziato praticone sperimentale geniale, che partendo - come tutto del resto - dalle spalle dei giganti ha visto un pelino più lontano di altri.
Di lui il grande fisico Nikola Tesla, noto anche come "il santo patrono dell'elettricità", ebbe a dire:

"Se Edison deve cercare un ago in un pagliaio procede con la diligenza dell'ape nell'esaminare paglia per paglia fino a quando trova l'oggetto della sua ricerca. Ero testimone dispiaciuto di tale comportamento, sapendo che un po' di teoria e calcoli avrebbero evitato il 90% del suo lavoro".
Praticone instancabile e 'pancia a terra' il nostro eroe.


La fine del 1800 è carica di invenzioni, scoperte, concezioni avanzate, scienziati con le palle.
Edison ancora in tenerà età e parzialmente sordo, si passa le giornate al telegrafo e a soli 30 anni finisce su tutti i social network dell'epoca per l'invenzione del Fonografo.
Con il Fonografo si gettano le basi delle moderne audioregistrazioni, delle segreterie telefoniche, musicassette, CD e MP3.
"Mary had a little lamb" - Mary aveva un agnellino - è la prima frase registrata dall'umanità, la prima frase che si è potuta risentire.
E che fantasia, tra l'altro.

Il 4 settembre 1882 fu il primo al mondo a fornire energia elettrica a 60 utenti, 110 volt, vicino al suo laboratorio di Pearl Street a Manhattan.
Pensate cosa volesse dire essere i primi al mondo ad avere energia elettrica. Non esiste un paragone simile. Forse è come se adesso nel frigo di casa mia potessi produrre energia con fusione termonucleare o fusione fredda. Nello stesso anno, usando l'energia idrica delle cascate del Niagara, creò la prima centrale elettrica.

Insieme ad altri, con la sua aziendina, perfezionò e miglioro la prima lampadina a incandescenza.
Quindi, oggi ma 167 anni fa, vedeva la luce Edison e scusate il gioco di parole.
Edison morì nel 1931.
Nella storia della Scienza rappresenta uno dei pionieri dell'elettricità, del magnetismo, della propagazione delle onde, della radiazione luminosa, dell'auto elettrica, del cinema e moooolto altro ancora.

Due famose frasi di Edison racchiudono un genio all'opera, spinto dal desiderio del bello e del vero, ragioni per cui anche 100 anni dopo la sua mooooolto intensa attività un uomo così mi è contemporaneo.

"Riesce in tutto chi si dà da fare mentre aspetta".
"Il tempo è l'unico vero capitale che un essere umano ha, e l'unico che non può permettersi di perdere".



Guarda anche il mio post "Salgo sulle spalle dei giganti".

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@luterronpower