mercoledì 29 gennaio 2020

Si può star male per Kobe




Volevo solo condividere un giudizio. Effimero certo ma è pur sempre un giudizio.
Non ci si deve scandalizzare se si soffre per la notizia di Kobe.
Sentiamo spesso, troppo spesso, di adulti e bambini che muoiono di continuo in circostanze ben più drammatiche e senza senso: su tutti penso ai poveri cristi che muoiono per raggiungere una nazione o una terra in cui sentirsi liberi.
E aggiungo come non sia il primo sportivo che ci lascia in circostanze tragiche: penso a Senna, Scirea, Simoncelli, Astori e tanti altri.

Kobe è stato un simbolo, ha attraversato molte generazioni e ha fatto appassionare migliaia di ragazzi. 
Kobe è stato un uomo di grande semplicità d’animo e questo fa di lui uno sportivo speciale: un uomo.
La vita è effimera, questo fa star male.
E se volete un bel tweet si potrebbe sintetizzare tutto ciò come segue: “cioè raga nulla è davvero in mano nostra”.  
E nei post sui social ho letto parecchi consigli che sintetizzo in due grandi strade:  strade che tornano ciclicamente quando la morte improvvisa coglie di sorpresa una leggenda come Kobe.
O riempi la vita di cose che ti fanno star bene e godi finché ce n’è oppure spendi la tua vita per cercare un significato che regga di fronte a tutte le negatività.
La cosa che mi piace di più è che in entrambe le strade si possono commettere errori e ricominciare sempre. Questo sì che mi piace.

E comunque 2020 datti una calmata che stai un tantino esagerando.

lunedì 16 dicembre 2019

Zalone l'ultimo stereotipo italiano



Di Zalone mi piace il suo stile inimitabile.
Riesce a cogliere - come nessuno - le debolezze di un sistema politico/economico/sociale.
Mi piace il suo modo di toccare argomenti che ormai in tv non si possono toccare nemmeno con un fiore.

Checco Zalone esalta le tematiche, le gira e le rigira tirando fuori l'umano. L'umano inteso come la natura di ognuno, alla fine - si potrebbe dire - siamo fatti così come lui ci rappresenta.
L'ultima polemica sul trailer di Tolo Tolo - titolo del film di Zalone in uscita a gennaio - mi aiuta ancora di più a capire le ragioni del successo del mio corregionale anche se di polignano a mare (:D).

Perché finché si potranno affrontare le piaghe sociali ed economiche con un po' d'ironia allora si potrà  "vivere", vivere ridendo, respirare a pieni polmoni qualche stereotipo italiano che rende unico il Bel Paese, forever and ever.
I grandi della comicità italiana del passato hanno vissuto in periodi attraversati da guerre (a cavallo o subito dopo), o comunque in cambiamenti drammatici del tessuto sociale/politico, movimenti politici e richieste di diritti.
Ridere anche nelle (e delle) tematiche socialmente mainstream del momento fa di Zalone un grande personaggio sulla scena italiana (pur non capendo cosa cazzo significhi).
L'ho già detto everywhere ma quanto mi piacerebbe fare un film con Zalone, fare una cena con Zalone, anche solo fumare una sigaretta o mangiarmi due calzoni gialli fritti alla fermata del treno.

Finché sarò tra quelli che ridono per una battuta di Zalone allora mi sentirò di sana e robusta costituzione.


martedì 10 dicembre 2019

Ma quali differenze tra Nord e Sud?







Come ogni anno con le feste natalizie si rincorrono e si scontrano le solite opinioni sui soliti argomenti che – diciamocelo – alla fine ci piacciono pure e tanto.
Uno di questi è la differenza tra nord e sud. Sì, avete capito bene: tra terroni e polentoni, tra i meridionali e la gente del nord. Ma non è giusto dire “differenze” perché non esiste una linea geografica di confine e che sia univoca. Per alcuni il nord comincia sopra il fiume Po, per altri sopra Bologna o Firenze, che poi son gli stessi per cui il sud è da Napoli in giù o da Roma in giù considerando il quadrato costruito sull'ipotenusa.

Cercherò di dimostrare questa sottile visione diversa della realtà.
Che - come ovvio - fa parte della natura dell’uomo. Ogni uomo è nord e sud.
Per cui direi userei il termine “inclinazioni”, modi di essere, le differenze le lasciamo a Indovina Chi.

La prima regola fondamentale che serve per dimostrare tutto il resto è la seguente doppia verità:

  • non si può trovare in natura un uomo (o una donna) che sia un perfetto meridionale
  • non si può trovare in natura un uomo (o una donna) che sia un nordico perfetto”.


Semplicemente non esiste il puro meridionale così come non esiste il puro polentone.
Quindi L’assioma primo del comportamento umano permette che un meridionale possa avere dei comportamenti propri di uno del Nord. Lo stesso assioma ci dice che un polentone (anche quelli che tendono alla perfezione) debba avere una percentuale – seppur piccola – di inclinazione meridionale.
Badate bene, sembra una cazzata ma non lo è.
“tu sei proprio un coglione meridionale Paolo”, starete pensando.
Ma ci vediamo alla fine dell’articolo per tirare le somme.

Secondo gli stereotipi uno dei tratti distintivi di un meridionale è la sua “capacità” di far caciara, di far casino o nella sua accezione positiva “quell’inclinazione tipica a sdrammatizzare”. Ma attenzione, qui viene il bello della mia teoria.
In alcune circostanze anche quelli del nord tirano fuori questa “capacità”, che non vuol dire essere capaci ma tutt’altro, anche goffamente eh, non si butta via nulla, solo che al nord risulta solo un po’ più difficile  trovare un punto d’appoggio per fare casino, bordello, animare. Cioè esiste un freno intrinseco, una sorta di freno a mano tirato, perché poi quando ci si lascia andare anche quelli del nord sanno essere simpatici, ironici, minchioni come gli alter ego del sud italia.
Il freno a mano è la coscienza, nella mia teoria il freno a mano ce l’abbiamo tutti: io identifico il nord come "freno a mano", i filosofi la chiamano coscienza
Mentre l’acceleratore di emozioni, il casinista per antonomasia, il senza freni di tutti i tempi lo identifico con il cuore, la parte sud dell’uomo.

Non fate battute facili di anatomia o allusioni ai coglioni eh, anche se sarebbe bellissimo e potrei scrivere post semiseri fino al 2032. Sono serio. 
E quelli del Centro italia si fottano (scherzo eh, vi amo).

Allora dicevamo, una persona “tutto cuore” o “tutto ragione” non esiste, altrimenti l’assioma primo del comportamento umano sarebbe falso.
Pensiamo alla cucina italiana: i piatti, gli odori, il fritto, il sugo, il pesce, le salse, la carne, quelle cose lì che vi fanno pensare e identificare luoghi, circostanze, comportamenti di un individuo meridionale o del nord non possono avere un unico stereotipo. Un esempio su tutti: la parmigiana di melanzane. La parmigiana ha la coscienza di formaggio parmigiano (e parecchio pure) ma ha un cuore di melanzana. Viene fatta al forno con le melanzane che vanno prima fritte (mi raccomando). Ma la parmigiana di melanzana non è un piatto meridionale. E non è neanche un piatto del nord. E quando ci chiamano: “mangia parmigiana” o “mangia melanzane” ci fanno solo sapere che siamo fatti di nord e sud.

Al nord, il fatto che si mangi più ricercato è solo una conferma della coscienza, è l’evidenza del calcolatore che è il cervello. Se ti scappa la mano di salsina sull’acciuga o sul tomino quella è la parte di sud che prevale.
Se al sud preferisci parcheggiare nelle strisce o cercare parcheggio pur di non parcheggiare in seconda fila quello è il lato nord della tua persona che vuole prevalere. Ma non è che a quelli di Pordenone non venga in mente di parcheggiare in seconda o terza fila, o a quelli della Valsassina piaccia da morire far la coda in fila unica alle poste o all'Autogrill di stapizza.


Guardatevi in azione, dentro di noi c’è una latitudine che vorrebbe prevalere, c’è la coscienza che spinge e il cuore che frena o viceversa.

E se non si può più scherzare e ridere su nulla allora vorrà dire che 
“Meridione” e “Settentrione” saranno 2 bei nomi da dare a una parte dell’uomo che non vede mai il sole.







lunedì 25 novembre 2019

Vi ricordate quando c'era il sole?



Sardine di qua, sardine di là.
Salvini di qua, Salvini di là.

Allarmismo meteorologico di qua e di là.
Programmi TV e confronti politici molto più in là.
Tutti che fanno la cosa giusta, nessun vincitore e nessun vinto.
Populismo che riempie le piazze, contro-populismo che riempie le piazze, a favore del clima si riempono le piazze e si svuotano le scuole, sai che c'è?
Che alla fine una piazza è per sempre.
A palle piene coincidono piazze piene.

Sai che forse forse alla politica preferisco pure la pioggia?
Raga ho un'idea, scendiamo in piazza per il Sole?

giovedì 21 novembre 2019

Tik Tok de mammata


Da un paio di mesi pubblico video (non miei) su Tik Tok.
Tanto per cambiare lo faccio con l'account "se non rido non vivo".

Per capire quanto Tik Tok sia sulla cresta dell'onda dico solo che, non più tardi di un mese fa, pagava 5 Euro (5,50 dollari) ad ogni nuovo account che facevi iscrivere con un tuo codice identificativo.
L'ho testato anch'io, 3 nuove iscrizioni che mi hanno fatto guadagnare 15 euro su PayPal.

Da gennaio 2019 ad oggi è la terza App più scaricata dell'anno, 614 milioni di download.
La più scaricata è whatsapp, la seconda messenger.
E non pensate ci siano solo i ragazzi dagli 11 ai 19 anni, no eh.
Schiere di adulti popolano la scena. Genitori che supportano i figli piccoli, o figli piccoli che aiutano gli adulti nei video. Scene patetiche molte volte: tentativi di darsi un tono più giovane con i modi di fare, i gesti da seguire, le canzoni da cantare, qualche vestito corto, qualche tetta che vaga, qualcuno ci prova con i muscoli, qualche mamma che fa la mamma e qualche mamma che non fa solo la mamma.

Insomma Tik Tok de mammata. Ma tant'è.
Per farla breve col dito scorrete la home degli account seguiti o consigliati da Tik Tok, la schermata copre tutto lo schermo (non puoi vedere più di un post alla volta). Un continuo sali scendi di clip video di diversa durata con musica soprattutto.
Farciti di mille effetti, effetti che devo dire rendono molto meglio rispetto a un instagram o facebook.

Poi si possono fare i duetti con i video degli altri. Un video postato da me può essere riutilizzato come parodia o esempio per un altro account, in una schermata divisa in due. Per cui scorrono contemporaneamente i due video uno di fianco all'altro: come fosse una doppia intervista.
Alcuni video virali sono il frutto di una semplice ironia (come possono far ridere dei duetti tra facce diverse, momenti diversi, vestiti differenti) e altri sono costruiti ad arte.
Poi - come tutte le cose - ci sono le mode, per cui su un pezzo di musica nasce una challenge. Una sfida a colpi di lip sync (sincronizzazione delle labbra: dire le parole senza cantarle) o di gesti.
A chi lo fa meglio o a chi lo fa peggio eh.

Lo slogan è sempre lo stesso ovviamente, ed è lo stesso per cui un italiano su due sta tutto il giorno sui social: la visibilità paga. Paga anche in denaro eh, non giriamoci attorno.

Quando eravamo piccoli il sogno poteva essere quello di andare in tv, di diventare famosi come un calciatore o un cantante, di farsi leggere una lettera da Paolo Bonolis a Bim Bum Bam, di essere visibili.
I social hanno dalla loro la facilità di essere contemporanei in più posti. Se sei il personaggio di un video virale sei sempre tu in posti diversi rimbalzato da server mondiali.
Fai ridere magari il cinese, il lituano o il boliviano a 4000 metri d'altitudine.
I ragazzini di oggi sognano di diventare dei pezzi grossi sui social, dei creator originali, degli influencer, youtuber.
Che poi se aumentano gli influencer vuol dire che aumentano gli individui che si lasciano influenzare. Che nessuno sa più cosa cazzo vuole?
Scusa, perché? me lo deve dire un altro quello che io vorrei?
Che non son capace di influenzarmi da solo?

Forse è sempre stato così, intendiamoci. E i sogni cambiano il risultato non cambia.
Ma abbiamo preso una direzione inarrestabile.
Purtroppo devo proprio dirlo pur usandoli un casino: com'era bello il mondo quando eravamo in pochi ad usare i social.

La soluzione sarà un nuovo social e vedrete le risate che ci faremo.



mercoledì 20 novembre 2019

Se non scrivo di riscaldamento globale non vivo


Cioè dai su, oggi mi son svegliato blogger e indovinate un po' di cosa voglio parlarvi?
Proprio lui, l'argomento più mainstream degli ultimi 30 anni.
Il riscaldamento globale miei cari signori della giuria popolare.


Tutti hanno "qualcosa" da dire,
tutti hanno sentito dire "qualcosa",
insomma "qualcosa" di vero ci sarà.

E poi c'è lei, la Greta Globale che ha "quel qualcosa" da dire e lo dice anche con una comunicazione invidiabile (questo bisogna concederglielo).

Un bel paragone mi è saltato in mente sotto la doccia.
La doccia - e dovreste farvela prima di salire sulla Metro - è come guardare la pioggia dalla finestra, sono puri attimi di riflessione.

Si sta riaffacciando quel rapporto tra scienza e fede che ci ha sgretolato le palle in passato.
Non pesate proprio le parole eh, ma voglio dire che secondo me:
Greta in un certo senso rappresenta la fede mentre la comunità scientifica (quella che non ci sono prove sul surriscaldamento climatico) rappresenta la scienza.

In mezzo ci stanno quelli che si informano alla veloce su Wikipedia (che, contrariamente a quanto tutti pensino, io considero un ottimo punto di partenza per informarsi...), quelli che chiedono pareri sempre alla veloce a chi è più "curioso sull'argomento" di altri, quelli che si fanno un'idea proprio senza informarsi un minimo, quelli che sui social si schierano dove la velocità del vento è maggiore, quelli che si fermano all'apparenza di Greta, quelli che se non ci sono mai stato in America allora l'America non esiste, quelli che non si allarmano per un Porta a Porta o un Porro visto in TV.

Ancora più in mezzo ci sta la gente che attende, io sono questa gente.
Che - forse - ha compreso come le conclusioni affrettate non aiutino.
Il tempo darà ragione, il pianeta terra è un sistema molto complesso, dipende da molti fattori che un grafico, un discorso o una pagina wikipedia non riescono a sintetizzare.
Ma vi ricordate quando nessuno ne sapeva di riscaldamento globale?
Com'era bello il mondo.

No dai, scusate, non voglio abbassare il tiro.
Il clima sta cambiando a livello locale, questo è evidente. Credo sia giunto il momento in cui si debbano prendere delle decisioni a livello globale (tutti gli Stati però, non solo l'Europa che deve fare la prima della classe per forza).

Ed ora concedetemi una simpatica analogia.
Pensando alla vicenda global warming mi fa sorridere la storia dei 3 fratelli porcellini e il lupo cattivo. Tutti e 3 si costruiscono una casa, ogni casa rispecchia esattamente il temperamento di un porcellino. Quello pigro se la fa di paglia, poi c'è l'altro che se la fa di legno e poi l'ingegnere meticoloso e maniacale che se la costruisce di mattoni. Alla fine arriva il lupo e i 3 porcellini si salvano grazie alla casa di mattoni dove tutti i fratelli si riparano.

Ecco, che tu sia un lupo o un porcellino,
quando arriva il global warming tu comincia a correre.



martedì 16 gennaio 2018

Ciao Dolores O'Riordan



Ciao Dolores,

grazie, sei stata un segno per la mia generazione.

"La mia vita cambia ogni giorno

In ogni modo possibile
E nonostante i miei sogni
Non è mai piatta come sembra
Mai piatta come sembra"
(...)
Voglio di più, impossibile ignorarlo
Impossibile ignorarlo
E allora i miei sogni si realizzano
Impossibile non farlo
Impossibile non farlo"
(Dreams, Cranberries)

Minchia Dolores, 

ti porti via un bel pezzo della mia generazione.

martedì 6 giugno 2017

Sospiro di sollievo, la Juve ha perso la Champions League



La Juve ha perso la Champions League, meno male.

Non avrei potuto sopportare i festeggiamenti in piazza, sui social, con gli amici, al lavoro.
Il clacson che suona all'impazzata e le bandiere fuori dal finestrino.

Siamo noi, noi dell'Inter che dobbiamo tenere il primato indiscusso del triplete, che Dio solo sa quante sviste arbitrali ci son volute per conquistarlo.

Noi del Milan, vincitori di tante champions, dall'anima vincente ma ultimamente niente di niente se non qualche all you can eat qua e là.

Noi del Toro che siamo l'altra faccia della medaglia, noi pura razza bovina piemontese, non abbiamo tifosi meridionali, o marocchini, o rumeni e asiatici: noi, la faccia sempre maltrattata dal destino, sfigata da far tenerezza, che tra l'altro con 'sta storia del destino - possiamo dirlo in rima - profuma di alibi un tantino.

Noi del Napoli, maltrattati dal nord italia, odiati pure dal sud italia quanto incompresi dal centro italia.
Noi della Roma, unica squadra a tener testa alla Juve perlomeno sui giornali.

E poi, noi della Juve: Che panchina di merda rispetto al Real!
Noi - la Juve - il prototipo dell'antisportività.
Anche se - grazie al cazzo - ma in Italia vincono sempre loro.

E poi, vuoi mettere le facce distrutte degli juventini? La depressione sui volti. Guarda, meno male va.

Siamo italiani, popolo di santi poeti navigatori tirati su a pane e invidia.
Forza Juve, anche se spero tu non la vinca mai.


TP - 2017

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giovedì 2 marzo 2017

Due padri per due gemelli per una madre surrogata



Papà, come nascono i bambini?
Domanda.
Fino a che età la storia della cicogna può essere sufficiente per spiegare come nascano i bambini?
Me lo son chiesto pensando alla vicenda di Trento e ai due gemelli nati da maternità surrogata, gemelli che avranno due padri, che avranno una madre che al mercato mio padre comprò.

No dai, un film di fantascienza qualsiasi ha meno fantasia del suddetto quadretto sintetico.
E povera cicogna.
Va beh, ma che c'entra? Ai due gemelli spiegheranno come "potrebbero" nascere i bambini ma che col tempo non vada più di moda.

Ah, do la soluzione dell'espressione del titolo.
2 padri x 2 gemelli x 1 madresurrogata = 4

La matematica non è un opinione, la maternità si.


martedì 28 febbraio 2017

Morire alla Dj Fabo o vivere alla Desmond Doss



Quando hai un figlio piccolo il cinema si allontana sempre di più. Ma ce l'abbiamo fatta.
Domenica scorsa (il 26 febbraio) siamo andati al cinema come due coppiette qualsiasi. Non succedeva dal film Lo Hobbit; siamo andati a vedere La Battaglia di Hacksaw Ridge. Regia di Gibson. Racconta la storia realmente accaduta al personaggio Desmond Doss durante la battaglia di Okinawa palcoscenico giapponese della seconda guerra mondiale.

Desmond - ricordato come il primo obiettore di coscienza nella storia USA - salva un casino di vite senza utilizzare un'arma e senza guardare il colore della pelle. Ad esempio salva anche due giapponesi calandoli (come tutti gli altri) da un altopiano.
Torniamo a casa e alle 23.30 guardo un pezzo delle Iene. Dopo un paio di servizi lanciano il servizio su Dj Fabo del quale non conoscevo la storia, il suo dramma e il dramma delle persone che gli vogliono bene. Tra parentesi - e paradossalmente - mi ha colpito di più la sua fidanzata che Fabo.

Il servizio montato ad arte dalle iene (è il loro mestiere) ti spinge a sostenere la causa di Fabo, a pensarla come lui, ad immedesimarsi con lui. Ma io avevo appena visto un film che diceva proprio il contrario cazzo. Non facevo altro che pensare alle due cose, contrapposte.
Fabo è rimasto in vita dopo l'incidente. E se fosse morto subito dopo l'incidente?
In termini di vita e di morte siamo tutti bravi a fare i giudici.
Leggiamo tutti i giorni di ragazzi che hanno la vista, camminano da soli, fanno tante cose ma vorrebbero farla finita.

Desmond è morto a marzo del 2006. Dj Fabo ha voluto morire ieri in una clinica Svizzera.
Desmond avrebbe fatto di tutto per tenerti in vita, caro dj Fabo.


lunedì 15 febbraio 2016

Le Onde Gravitazionali. Pellicola trasparente e Ombrellone


(Articolo pubblicato su Il Foglio del 12 Febbraio 2016)


Hai letto? Sì, dicono di aver finalmente sentito le onde gravitazionali. E che dicono? La sensazionale scoperta è stata prevista teoricamente da un certo Albert Einstein circa un secolo fa (si, c’erano già i Pooh). Fu lui a ipotizzare che la forza gravitazionale – la stessa forza che fa stare nel piatto la carbonara – avesse un comportamento molto simile a quello ondulatorio. Ondulatorio non è proprio un termine affascinante ma spiega il comportamento di molti fenomeni della vita di tutti i giorni: dal clacson dell’auto alla rete WiFi, dalla radio che passa Neil Young alla rete 4G con cui guardiamo un video su Youtube e dulcis in fundo il comportamento della luce. (...)

 Leggi qui l'articolo completo --> http://www.ilfoglio.it/scienza/2016/02/12/onde-gravitazionali-spiegate-a-chi-ancora-ci-ha-capito-poco___1-v-138193-rubriche_c635.htm

venerdì 22 maggio 2015

La Juventus in Finalmente


Siamo la squadra più titolata in Italia e siamo stati accusati molto spesso di poter vincere tutto nel Bel Paese ma non in Europa. Dalla rinascita di Conte con ben 3 scudetti di fila - roba da far venire la pelle d'oca anche a Collina di Viareggio - al quarto ruggito di Allegri (sempre di fila).

Siamo in finale di Champions League.
Sono stato testimone oculare della Champions vinta nel '96 e incredibilmente di quella persa a pianti sempre oculari contro il Milan del 2003.

Sembra passato un secolo da quella finale persa contro il maiale (username di Ancelotti), ma lo juventino medio - si, quello meridionale, quello del nord, quello fiacco piemontese, quello che canta poco, quello che va allo stadio in poche occasioni, quello che non segue la squadra, quello che cazzo volete voi tanto son tutti bravi a giudicare gli altri - è fiero di tifare Juve.

Giocare contro la squadra con il maggior numero di top players a livello Interstellare può diventare il trampolino di lancio o per cadere rovinosamente o per fare il salto di Bubka di  6,14 metri al Sestriere nel 1994. Il tempo, il tempo, l'attesa, la quarta dimensione.

Di recente ho visto Interstellar, film che consiglio caldamente. Un film di fantascienza che non vuole certo cagare il cazzo a teorie relativistiche sui buchi neri o mettere in discussione la fisica di Dirac e di Einstein. Mi sono emozionato per film molto simili ai limiti della paradossalità. In diverse scene ricorda Contact, E.T., diverse Odissee nello spazio, Gravity e citazioni di qua e di là. Non importa.

A noi che piacciono i film di fantascienza non interessa quanto la narrazione sia in contrasto o meno con la teoria o con la realtà. In fondo a chi non piace sognare? chi non ha voluto essere il bambino sulla BMX in E.T.? chi non ha voluto essere tra i personaggi di "Super 8" di Steven Spielberg? chi non ha voluto essere Sam Witwicky con i Transformers (incluso Megan Fox)? chi non ha voluto essere Miky nei Goonies o Martin di Ritorno al Futuro?

Io sono stato il capitano Cooper di Interstellar, sono stato il capitano Steve Hiller (will smith) in independence day, sono stato tom cruise nella guerra dei mondi, sono stato i primi 2 minuti di Contact, devo andare oltre?

C'è una bella frase - tipica della fantascienza no? - che dice il Capitano Cooper:
"un tempo per la meraviglia alzavamo al cielo lo sguardo sentendoci parte del firmamento ora invece lo abbassiamo preoccupàti di far parte del mare di fango".

C'è un link sottile, effimero, tra Interstellar e la missione della Juve a Berlino.
Anche se lo scopo è irraggiungibile, non alla portata, incredibilmente distante, il tentativo di un uomo, qualunque tentativo, è grande, è dignitoso.

C'è una missione spaziale da compiere, ma sulla terra.
Juve, pronti al lancio, ten seconds to liftoff. Nine, eight, seven, six, five, four, three, two, one...


lunedì 19 gennaio 2015

Tu chiamala se vuoi, differenza


Ormai in TV sta crescendo l'attenzione mediatica.
Opinionisti, sociologi, teologi, politici, giornalisti si alternano a vicenda utilizzando un vocabolario composto principalmente dalle seguenti parole: islamico, cristiano, musulmano, guerra santa, charlie hebdo, isis, al qaeda, kebab, imam, maometto, profeti e sticazzi.

Non si dovrebbe parlare di differenze, ma vaffanculo alla tanto osannata libertà di espressione.
Un'unica persona  può avere più potere religioso su di un altra (come in politica, medicina, scienza, ecc). Se ammette o condanna una cosa - può star bene o meno - è da prendere in considerazione.

Purtroppo per l'Islam questa cosa non succede a livello universale. Ci sono alcuni (Imam) che hanno più potere religioso di altri. Ma solo a livello locale.

Le tre divisioni principali del cristianesimo (cattolico, ortodosso orientale e protestante) hanno una figura che è a capo di ogni divisione e può parlare a nome di tutti.
Nell'Islam no.

Un mondo di interpretazioni o un mondo di verità?
Buona ricerca.






mercoledì 14 gennaio 2015

Alle Vignette preferisco le Viennette


Sarò fuori dal coro ma a me ste vignette di Charlie Hebdo mi fanno cacare. Nel senso proprio che non mi fanno ridere. Sono totalmente d'accordo sulla libertà di espressione ma c'è satira e satira. Ironia e ironia.
Non sono un appassionato di Crozza, non lo guardo spesso, ma da alcuni pezzi di video che ho avuto modo di vedere si ha la netta percezione che sia una satira intelligente, quasi geniale. Al di là del ridere tanto o poco, si capisce che esalta o prende di mira alcuni aspetti ironici di una cosa che impegna l'opinione pubblica. Oppure c'è l'esempio geniale di Zalone che credo sia l'unico che venga accettato da destra e sinistra perché fa ironia su argomenti che ci impegnano in dibattiti di lungo corso: l'omosessualità, l'immigrazione, la politica, l'eutanasia, gli schemi precostituiti, ecc.
E lo fa con battute, appunto, intelligenti.

Quindi non riesco a comprendere fino in fondo la motivazione per cui ci si debba spingere a fare satira spinta spinta. Quasi blasfema. Se lo scopo è far riflettere, dico sinceramente che non dia la possibilità di farlo. Se lo scopo è far ridere, c'è tanta altra satira più soft che lo fa.

Ripeto, sarò fuori dal coro, ma per la stessa libertà di espressione che giustamente viene osannata, le vignette non mi fanno ridere, non mi fanno pensare, non mi fanno arrivare al punto.






lunedì 12 gennaio 2015

Uniti in nome di cosa


A me fa leggermente impressione sentire che l'Europa si senta unita nella condanna al terrorismo nel nome di una libertà di espressione.
Nello stesso nome si rischia di tollerare quasi tutto. E lo dico con la consapevolezza di una differenza sostanziale tra i valori e il credo di una frangia estremista dell'islam. Non giriamoci attorno, l'Europa ha lentamente ma radicalmente abbandonato l'ideale per cui è nata e soprattutto la debolezza di quei valori che hanno forgiato un popolo sono stati dimenticati ormai in un cassetto. Da troppi anni.

Per cui stride la parola unità senza un oggetto che la renda potente, decisiva. Uno slogan o le matite non possono essere permanenti. Di permanente c'è ben poco.

Ma davvero pensiamo che il problema sia solo in un gruppo ristretto che rompe gli schemi?
I fatti di Parigi e in Nigeria sono un campanello d'allarme.

Spero vivamente che la morte di tanti innocenti possa essere uno sprone per andare al fondo di ciò che può prendersi la responsabilità di unire un popolo.
Un popolo che al momento si aggrappa su poche cose, pochissime ed effimere.



venerdì 9 gennaio 2015

Il silenzio degli innocenti


Sto seguendo con trepidazione gli eventi in corso a Parigi.
Parafrasando Kafka probabilmente esiste la pace ma nessuna via. Il tempo dell'odio si sta riaffacciando nuovamente sulla terra. Sembra la sceneggiatura di un film catastrofico.

Speriamo i nostri figli non debbano abbracciare le armi come hanno fatto i nostri nonni.
Il tempo dell'odio si può sconfiggere basta lasciar spazio alla verità di ognuno.
Tempo e Spazio. Così diversi eppure così drasticamente annullati contemporaneamente.

giovedì 22 maggio 2014

Suor Cristina: animare le Messe o le Masse?


La vita di un blogger non è semplice.
La vita di una suora non ne parliamo, credo io. Le suore sono il massimo della discrezione. E quelle più isolate - in clausura - credo siano più di noi dentro la realtà. Si, noi. Che siamo abituati a tap here sugli smartphone, a cambiare canale, a parlare di minchiate ma guai a chiederci l'un l'altro come vada la vita. A volte son cazzi.

Anyway, i miei pensieri si interlacciano come in un famoso pezzo di pizzica pizzica e come un fiume li conduco verso un più adatto letto. Non mi son fumato nulla, il precedente era un rutto di poetica e prosa.

Il flusso storico di eventi ha voluto che una suora (Cristina) partecipasse a The Voice of Italy - prima volta nei talent show da quando Marconi inventò la radio. Non voglio dare un giudizio sulla monaca e neanche criticare la sua partecipazione, me ne guardo bene.

Diciamo che me ne intendo di musica e ne so abbastanza di suore.
Ecco tutto. In una frase: suor Cristina è passata dall'animare le Messe ad animare le Masse.

Prima di tutto la RAI sta scucchiaiando una gustosa coppa di gelato fatta di share e impatto mediatico che si vedeva solo in finali mondiali e finali di sanremo. Quindi il piatto è ricco. Una suora si presenta a The Voice, ha un suo fascino nel senso proprio etimologico della parola fascino (dal greco BASKÁNION - pronunciare parole su qualcuno, parlare di qualcuno) e canta discretamente mettendoci l'anima (ci starebbe una battuta ma non la faccio). La risonanza sui social network e su youtube è epica.

Forse esagero un pelo, ma mi chiedo sinceramente quanto tempo libero possa avere la suora. Va bene che dobbiamo stare nel mondo, si ma credo fino a un certo punto. E comunque la modalità sarà tanto più decisiva quanto si è coscienti dello scopo.
Appiccicare frasi vere e ragionevoli a comportamenti soggettivi non solo apre il vaso di pandora ma addirittura fa venire la voglia di pisciarci dentro.
Scusate se parlo a frasi, ma spingere sull'acceleratore - da tutte e due le estremità - può diventare controproducente. Sia per la rai che per la sorella.


Ripeto, per mamma RAI, la suorina fa le uova d'oro.

E si dia inizio ai commenti, vi aspetto numerosi.

giovedì 8 maggio 2014

Elezioni, un peccato non esserci


Autobus GTT fermi al semaforo con facce improponibili nel retro stampate su manifesti elettorali.
Lo slogan è tutto, l'impatto - non con l'autobus - è la cosa più importante.
Ho visto certe facce stampate male, ma così male, che se apri il file con photoshop il PC si auto-formatta da solo....al di là delle battute, il 25 maggio siamo chiamati alle urne elettorali per eleggere i candidati italiani per il Parlamento Europeo (e in alcune regioni anche per il Consiglio Regionale).

Sarà che essendo un reduce di campagne elettorali senza fiato - con la colla sulle scarpe, tappetini di auto piene di volantini e santini, odore di cartone nella macchina, appostamenti, chiamate al voto - senta un richiamo particolare......
Ma non è solo questo, non è solo una passione politica o un divertimento di fondo - poche palle ci si diverte se si è con le persone giuste - ma abbiamo una responsabilità e me la voglio prendere tutta anche con il resto in centesimi.

La disaffezione alla politica non è solo per la politica, ma ahimè vedo in giro sempre più disaffezione alla vita. In effetti tutta la vita è una politica. Perché quando un figlio ti chiede qualcosa o ha delle necessità la mamma o il papà si muovono per un bene comune. Ecco, il bene comune, questo sconosciuto.
Tutti si riempiono la bocca di bene comune - ci starebbe una battuta colossale ma non la faccio. Ma il bene comune se non partisse da casa - dalla famiglia, dal posto di lavoro o non lavoro, dalla casalinga all'imprenditore, dal falegname al pornoattore, dalla parrucchiera al gommista - la politica non avrebbe ragione di esistere.
Certo il concetto di politica si è afflosciato negli ultimi 50 anni. E allora? Quante volte non ci fidiamo degli amici e neppure dei genitori, perché dovrebbe essere semplice fidarsi dei politici....???
Quindi fiducia o non fiducia la politica facciamola davvero, ma vivendo veramente.

E quando sgrido mio figlio per una cosa che non avrebbe dovuto fare, pensate che io non l'abbia fatta da piccolo? Anche peggio, ma è sbagliato dire di non fare una cosa che non porta a nulla? Sbagliato?
Coerenti? Ci sciacquiamo la bocca con la parola coerenza - anche qui ci starebbe una battuta colossale, ma non la faccio.

Io non sto facendo politica.
Io sto vivendo.



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@luterronpower






giovedì 3 aprile 2014

Siamo verso la fine


Australia, Norrie ha vinto la sua battaglia: ora è il simbolo del "terzo sesso"
"Neutro" Roberts australiana













Leggo stamattina su Corriere.it - poi confermato anche dal portale di Repubblica - che la corte suprema Australiana "ha stabilito che una persona può essere legalmente riconosciuta di genere neutro, quindi  con un sesso «non definito». La legge riconosce che una persona può non essere né uomo né donna e per questo permette la registrazione del sesso come “non definito”», si legge nella sentenza. Il caso si riferisce a una persona di Sydney, chiamata Norrie, che non si definisce né uomo né donna e che ha voluto introdurre una nuova categoria di genere."

Sono molte le cose che ho pensato quando ho letto. Sono molte le cose che vorrei scrivere.
Il supremo effimero desiderio di mettersi al posto della realtà e di chi l'ha fatta predispone un po' tutti a farsi da soli, a non avere più schemi, più confini, vale tutto solo perché posso pensarlo.

Toglimi una curiosità cara/o/neutr. Norrie, quando sei nata come entità (così faccio fuori le vocali, i maschili e i femminili) o sei nata donna o sei nata uomo....
Per dirla come se fossimo nei migliori bagni dei peggiori bar di Caracas: ""o avevi il tubero o avevi il pisellino".
Da un punto di vista del dato oggettivo del mondo terrestre, il genere umano nasce o maschio o femmina.
Dopo ci pensa il silicone sigillante o la sala operatoria.

Questo passo in avanti (è un eufemismo) fatta dalla suprema corte australiana con la suprema Norrie non mi scandalizza. Mi fa pensare però la direzione che stiamo prendendo.
L'uomo padrone di sè stesso sta dando origine a forme variopinte non più di uomini: ma "Frazioni" di uomini.
Non è questione di etica, di moralismo, di religione, di politica.


Sono iNORRIEdito.

Maria De Filippi è avvisata, il titolo del suo programma non durerà molto e a breve il disegno di legge di avere 3 bagni nei ristoranti.....


venerdì 7 marzo 2014

Cosa ho visto in MasterChef Italia

Ecco Federico con il
libro di ricette MasterChef 




















La finale di Masterchef Italia offre molti spunti interessanti.
Uno di questi è di sicuro il vincitore, dai uno sfigato, diciamocelo sinceramente.
Personalmente tifavo per Enrica. Bellina nei modi, semplice e chiara, zero finzione e pochissima supponenza, cura dei particolari.
Almo invece - barese e banderas pugliese - old style, geniale nel rispettare le tradizioni con un pizzico di innovazione qua e là. In finale ci finisce, si, ma contro Federico.
A questo punto, tifavo per Almo, il meno peggio.

Il vincitore è il piemontese Federico.
Proprio vero che è difficile essere simpatico e chef, quindi devi mediare.
Quando Dio creò la simpatia umana su Federico usò la grattugina piccola per la noce moscata....

Eppur si vinse. Ha vinto, forse, per la maggior creatività. 100 mila euro in sticazzi di gettoni d'oro e la possibilità di essere sulla copertina di un libro di ricette.

Galeotto fu il dolce. La gara si è decisa nell'ultima portata, al dolcefinish.
Considerato da tutti uno sfigato - anche lo stesso Federico la pensa così - grazie a MasterChef dice di essere riuscito a fare una cosa che voleva fortemente fare lui.
Buon per lui, a me sinceramente faceva pena.

Purtroppo ci sono ancora tanti genitori old-style e sempre più genitori moderni che impostano un programma di evoluzione per il proprio figlio.
E tante volte ci si accorge, ma è troppo tardi, che si risponde alle attese dei genitori solo perché ci hanno martellato secondo uno schema che avevano in mente loro.
Grazie a dio i miei non hanno fatto così con me.

Come quando ho parlato con le mamme invece che i figli quando si faceva orientamento matricole...
Io parlavo con il figlio e la madre mi rispondeva e faceva domande.....

Spero che questo Post "salvi" qualche genitore (1 o 2) dalle proiezioni Doxa che facciamo "quasi" inevitabilmente....
Ah, Federico, in bocca al lupo e buona avventura.
Inizia a cambiare la montatura degli occhiali che nu te se po' vede'....