lunedì 3 marzo 2014

La Grande Contentezza











La notizia di oggi è che l'Oscar al miglior film straniero 2014 è andato a "La Grande Bellezza" del regista Paolo Sorrentino. Non ho visto il film e mi prometto di guardarlo, spero già domani sera in prima TV su canale 5.

Non importa se siete amanti del calcio, tifosi malati di gol, donne con pashmina di seta con i colori sociali di una squadra di calcio: leggete il post, tutto in un soffio, fino alla fine.
Domani potreste avere un figlio o una figlia conquistati dal gioco più bello del mondo.
E non vi lamentate se poi si attaccano i poster di Cyrus, di Bieber o degli Uan Dairection del momento.....

Il titolo del film di Sorrentino mi fornisce un assist troppo invitante per una grande bellezza andata in scena ieri sera con il posticipo della serie A.
Un grande classico e una sintesi del calcio italiano moderno. Quel calcio moderno fatto di pubblicità, di pay tv, di ingaggi stellari, di circo mediatico, di conferenze stampa. And the winner is.......

Il risultato finale è stato solo il frutto di coincidenze e di palle recuperate. Ma la grande bellezza del calcio si è vista. Una partita da far vedere a tutti. Due squadre che lottano, che arrancano, che si rialzano, che commettono errori, che lo schema di merda, che la palla è rotonda, che il calcio è questo, che i capelli sono finti, che la mamma di qua e la mamma di la, che l'arbitro è pagato e Moggi inculo a lui.

Era da tempo che non si vedeva una bella partita in TV. Addirittura impressionante per uno juventino - sempre odiato comunque deriso per sempre condannato.
Tevez, autore di un goal impressionante e imprevedibile, viene sostituito a due minuti dalla fine del match. Gran parte della tifoseria milanista applaude il maledetto argentino che ha rovinato la serata dolcenera.

I soliti rompi coglioni del "critichiamo comunque perché criticare aumenta le difese immunitarie" hanno avuto poco pane per il loro denti. Eh si dai, perché quando tutto il calcio è un mondo di merda allora siamo pronti a tirare fuori dal cilindro soluzioni moralistiche spiralidoso.

E invece il calcio è soprattutto questo.
Lo so che nelle scuole calcio si insegna l'agonismo e la voglia di vincere a tutti i costi, e anche la sana competitività sportiva, ma ho visto anche incitare a comportamenti che rasentano di poco la violenza sull'avversario, non fisica (ci mancherebbe altro) ma morale.

Anyway, fatevi una sana domanda: perché tanti sono attratti dal calcio, pur costellato da mille contraddizioni?
Perché il calcio rappresenta una grande bellezza.

Ah, giusto per ribadire, ieri sera l'oscar al "miglior tiro straniero" è andato a Tevez.

mercoledì 26 febbraio 2014

Noi, popolo della rete


Anno 2043 - Anelli di fidanzamento 
















Siamo il popolo della rete.
E non parlo degli juventini come me abituati al gol, anche rubato, ci mancherebbe, pure meglio.

Noi siamo quelli che viviamo di aggiornamento continuo.
Notizie, social, posta, whatsapp, forum, blog, sport, giochi, youtube. Per citare i più importanti.
Ma quanti siamo ormai.
Cell in tasca sempre meno
cell in mano sempre di più. 
Quasi quasi arriveremo a provare i jeans se dentro ci sta comodo il galaxy s4 o il tablet.....

E poi ci vedi che a volte prendiamo il mano lo smart solo per far girare lo schermo o riaprire la gallery delle foto. Caghiamo con il cellulare in bagno e che faxate.
Non trovi più pile di giornali in bagno. E se non va il 3G ci irritiamo come Grillo alle consultazioni.
Anzi, meglio, ci irritiamo come la preview pubblicitaria su youtube, da guardare tutta....

La batteria al 10% è sinonimo di "son cazzi". Se lasci il cell a casa ti senti perso, nudo.
Minchia se non carica le foto o gli stati. E gli occhi abituati a guardare in piccolo.
Ci stiamo spingendo oltre. Guardiamo spesso solo noi stessi e i Selfie suonano come un campanellino d'allarme.

Però che figo, dai, cazzo uno volta per organizzare una cena dovevi fare telefonate o sms re-iterati fino alla noia. Abbiamo foto di tutti, informazioni su tutti.
Ai miei tempi del liceo, si immaginava tanto. Penso alle donne. Siamo in grado di vedere tette e culi in anteprima. Tra social e whatsapp, forum e blog, della donna di cui ti sei innamorato puoi avere informazioni incredibili.
E poi l'ottavo giorno Dio creò i Leggins, ma questa è un'altra storia.
Qualcuno dirà "molto meglio rispetto a prima". No, no, fidatevi.

Cose che una volta le sapevi dall'amica di turno o dopo un'attenta "analisi" ma solo a risultato ottenuto.
Una terza era una terza....pixels e filtri adesso fanno il resto.
La rete detta le sue regole. Anzi, meglio, "la rete tetta le sue regole".

Grazie alla rete ci interessiamo al meteo. Non ce ne fregava un cazzo dieci anni fa....dai!
Siamo tutti pronti a scaricare l'app del meteo sticazzi che ti dice anche la temperatura percepita dal malleolo se metti le calze di cotone o di lana. Il meteo.....

Se mi viene in mente ancora qualcosa tra le tante vi aggiorno.
Intanto, dico che i nostri figli non parleranno, faranno "tap here"?.


martedì 25 febbraio 2014

Il Ritorno del Re(nzi)













Ieri nelle aule che contano, Aragorn ha fatto il suo ritorno, del Re appunto.
Come nell'ultimo film della sega di Peter Jackson sulla saga di Tolkien,
il Matteo nazionale mano in tasca e grattatine di testa, sfoggia a braccio il suo discorso, a volte quasi ricordando un'arringa da principe del foro, italico appunto.

Aragorn Renzi ottiene la fiducia con un discorso contro il Sauron capitanato da nani a cinque stelle. A favore di Renzi ricordiamo gli immor(t)ali Elfi "Elfaniani" e gli Hobbit della Contea PD.

Il discorso è stato talmente lungo da poter far compagnia da Torino fino a Piacenza....

Ecco i passaggi iniziali del suo speech:
"(..) viviamo un tempo di grande difficoltà, di struggenti responsabilità e abbiamo la necessità di recuperare il coraggio, il gusto e anche il piacere di provare a fare dei sogni più grandi rispetto a quelli che abbiamo svolto sino ad oggi e contemporaneamente accompagnarli da una concretezza puntuale, precisa. 
(...) vorrei iniziare con una citazione della bravissima Gigliola Cinquetti: non ho l'età. E fa pensare che oggi davanti a voi siamo qui non per inseguire un record anagrafico, non per allungare di una riga il nostro CV, non per toglierci qualche soddisfazione personale: siamo qui a chiedervi la fiducia, e oggi chiedere la fiducia è un gesto controcorrente. (...) si fatica a dare fiducia nel rapporto quotidiano con le persone, con i colleghi di lavoro; le persone che stanno fuori da quest'Aula sanno che chiedere la fiducia oggi è sempre più difficile. Non va di moda la richiesta della fiducia."

Non tengo particolarmente a Renzi, ma come nel Signore degli Anelli, posso solo augurargli di avere una compagnia come quella dell'anello.
Compagnia, sulla carta debole e multirazziale, ma con uno scopo comune.
La distruzione dell'anello, vedi debito disoccupazione sistema burocratico crisi angoscia.....

In una compagnia così ci sarebbe il giusto spazio per l'iniziativa personale, per il contributo di ognuno, perché come dice Ron "non abbiamo (più) bisogno di parole" ma passiamo direttamente ai "periodi" concreti.

Rimbocchiamoci tutti le maniche,
Praticamente vorrei vedere in giro solo gente con la canotta antifiga.

La battaglia è appena cominciata.








GUARDA ANCHE:
Renzi ha girato la ruota
Renzi e il cambio in panchina




Paolo

venerdì 21 febbraio 2014

Quando una stella muore, non fa male


La supernova di Keplero.

















Nel 185 d.C. i cinesi (sempre loro) copiarono su un foglio la sfera celeste perché una "Nuova" stella - tra quelle solite - era spuntata nel cielo.
1000 anni dopo, nel 1054 sempre "astronomi" cinesi registrano un'altra stella nel "solito" cielo, talmente brillante da vedersi anche di giorno. Per due anni era chiaramente visibile di notte.
La SN 1054 era un fuoco d'artificio stellare esploso nella costellazione del Toro.

L'ultima "Super Nova" visibile a occhio nudo apparve il 9 ottobre 1604 e fu studiata da Keplero fino alla noia, tanto da essere battezzata la Supernova di Keplero.
Per dovere di cronaca la stella esplose più di 18 mila anni fa e - come tutti sanno - la velocità della luce ha un limite invalicabile.
Se disti 18000 anni luce, beh, ti "vedo" 18 mila anni dopo.
La dura legge per quelli che vedono UFO ovunque.

Bene, la Nasa ha annunciato l'altro ieri di aver scoperto come esploda una stella.
Sembra che da dati provenienti dalla missione NuSTAR (troppo lungo da spiegare), gli scienziati della NASA, (tra cui anche un paio di ricercatori italiani), siano riusciti ad arrivare ad un attimo prima della fine della miccia.
Poco prima del botto cosmico si creano delle protuberanze e asimmetrie nella stella stessa, insomma, tra 0 e 1 c'è l'infinito.
Tra una palla di gas che esplode e una palla di gas che prima di esplodere ha come dei singhiozzi, degli scossoni, c'è una bella differenza. Non tutte le stelle muoiono come petardi.
Tre decenni di studi sulle supernove si possono riassumere così: "più pesi più rischi".
Se pesi discretamente bene, qualche stravaganza, qualche cometa inghiottita, fai una fine meno catastrofica.
Tra l'altro esiste anche la dieta spaziale.
Se per caso hai una stella abbastanza vicina puoi sempre farti prelevare della massa per far diminuire il peso.

Se non ci fossero esplosioni catastrofiche come le supernove sarebbe un gran casino. 
Non sarei qua a scrivere.
Eh già, non ci sarebbe abbastanza calcio per le ossa, ferro per il sangue e oro per le fedi nuziali, solo per citarne alcuni.
Cazzo, la supernova è l'Iper Mercato di tutti gli elementi.

Giorgia canta "quando una stella muore, fa male", ma non alle orecchie.
L'esplosione è muta, non fa rumore, non c'è audio. Provate a urlare nel vuoto.
Solo i sottotitoli, i nostri, gli unici.

giovedì 20 febbraio 2014

Un giudizio sulle consultazioni




















Puoi essere
un vecchio sinistroide da "Lotta Comunista",
un verde radicale chic,
un Sel PD NCD o leghista,
un grillino doc tav green peace e bio,
un pidiellino azzurro democristiano vecchio stampo,
un forza italia borghese pascalino,
un ferrariano sgarbiano giannino coi baffi,
un destroide con striature centriste.....

Il dato politico è una situazione quanto mai impoverita
nei temi,
nei modi,
nelle persone,
nelle proposte,
nel bene comune.

A quanti ieri son cadute le braccia o le palle durante il duello a colpi di lingua tra Renzi e Grillo?
L'apice del nulla di fatto, muro contro muro, più botta che risposta.
Anche l'ultimo baluardo potenziale si è auto screditato e ha perso.

Ieri non ha vinto un dialogo, fonte quasi sempre di passi.
Ieri hanno vinto i pregiudizi. E non parlo solo di stellinati.

Ma c'è un ultimo spiraglio di positività che deve far riflettere.
Si può e si deve far politica guardando oltre le nostre mani.
Mettendo da parte il più possibile il proprio tornaconto personale.

Lo spiraglio è questo. Stento a credere non esista nessuno in Italia che faccia proprio così.
Nessuno è impossibile.
Io parto da qui.





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@luterronpower

mercoledì 19 febbraio 2014

Perché guardiamo Sanremo?












Ieri sera calcio dalle 20 alle 21. Bel match fino all'ultimo secondo.
Torno a casa devastato, mangio e poi divano a strafottere con un occhio alla tele e l'altro su Twitter.

Dai, Sanremo alla fine lo guardiamo (quasi) tutti, ma perché?
Uno spettacolo, certo, tanto e troppo pubblicizzato, certo,
intrattiene, certo, criticabile soprattutto, certo.

E poi ci sono cantanti che cantano, dubito.
La prima serata di Sanremo si può riassumere in 3 sillabe: CA-CA-CA.
Ovvero, Casta Carrà e Cat Stevens.
Tutto il resto non pervenuto.

Guardiamo il festival perché ci fa tornare bambini, esagerato.
L'Italia del dopoguerra, l'italia degli anni sessanta (con la i minuscola), insomma l'Italia dei nostri genitori - cresciuta a botte di tante mani in pasta e poco touchscreen - guardava Sanremo.
Idoli e superstars dell'epoca visti in un tubo catodico nella prima era delle televisioni a colori via cavo.
E infatti la rete è impazzita quando è entrata la Carrà, 71 anni ma a cifre invertite.

Noi siamo il frutto di quella generazione, almeno chi è sulla trentina deve ammetterlo.
Sarà riduttivo, certo.
Ricordo particolarmente serate in cui le canzoni facevano pena e facevano a botte con il playback; ricordo occhi stanchi che alle undici erano già socchiusi.

Non esiste il festival della canzone italiana, propriamente detto.
Come un buonissimo pranzo in un ristorante di Joe Bastianich.
Sanremo potrebbe essere simile ai grissini messi sul tavolo. Insomma ogni tanto ci dai e ti ricordi di mangiarli, magari solo all'inizio, il meglio è tutto il resto, i grissini non li guardi quasi più.

A proposito di grissini, oggi nasceva un gigante cinematografico italiano, un tipo particolare che è sempre stato se stesso, con una ironia innata e inspiegabile.
Fiato alle trombe, nasceva Troisi.
Forse l'apice della genialità italiana nel genere comico-drammatico.

Il mio blog si chiama Se Non Rido Non Vivo, chi mi conosce sa che non rido facilmente.
Bene, un prototipo di un film che mi fa morir dal ridere è "Non ci resta che piangere" del 1984 dove Troisi e Benigni vivono una fantastica avventura viaggiando indietro nel tempo.
Film geniale, da Oscar.

Ce l'avete quando Troisi cerca di spiegare a Leonardo le cose del futuro?
E se avesse dovuto spiegare il festival di Sanremo?
Il titolo del film non avrebbe perso di significato.


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@luterronpower

martedì 18 febbraio 2014

Renzi pronto al lancio



La salita sul palcoscenico più caldo d'Italia ha dell'incredibile.
Non ci sarebbe bisogno di un'attenta analisi o di un medio background politico per capire che Renzi dia l'impressione di essere stato "appoggiato" dentro al cannone del circo mediatico.
3 2 1 via e la miccia innesca l'esplosione e il lancio.....

Spingiamolo dentro e vediamo come va, cosa importa di Letta, cancellato, ficchiamolo dentro, potrebbe fare come Icaro oppure dimostrare di essere in grado di guidare il volante dell'ibridamente politica Italia.

Che poi siamo arrivati ad un punto che quasi quasi ci fa piacere addossare la responsabilità su un volto semi nuovo che "cambi" dal di dentro tutte le cose negative.

Ma, il modo in cui lo spettacolo si è palesato davanti ai nostri occhi, fa sorgere almeno un paio di domande:
Chi c'è veramente dietro al palcoscenico?
Questa mossa, per caso, rappresenta un modo "elegante" per far bruciare Renzi da solo?

Di sicuro, Littizzetto & Co. useranno in moto perpetuo l'assist che proviene da questo nuovo scenario politico.

Rullo di tamburi, il cannone ha lanciato Renzi, occhi tutti addosso, senza paracadute.


Guarda anche gli altri post su Renzi: 


venerdì 14 febbraio 2014

Renzi e il cambio in panchina.




Di solito negli sport di squadra, chi è più in forma viene schierato, no?
Io, tutto sto Renzi in forma non è che l'abbia visto. Ma tant'è.

Bisogna prendere atto che Renzi in questo momento si trova sulla cresta di un'onda.
Si sente in forma, si sente di proporre, si sente di rivoluzionare, di cambiare.
Vuole farci uscire dalla palude.

A priori sarebbe un gesto onorevole. Ma, solo a priori.
Pensandoci bene, la pazienza degli italiani è al countdown.
La parola "lavoro" è al primo posto nei motori di ricerca e, nelle chiacchierate tra conoscenti, ha superato di schianto la parola "figa".
Il malessere incombe farcito di luoghi comuni e false chimere.
La rabbia e l'istinto si avvicendano come Baggio e Del Piero ai mondiali di Francia '98.

I tempi si restringono, questo lo tenga presente signor Matteo Renzi. Mentre una volta si poteva dare del tempo ad eventuali cambi in corsa o a proposte di cambiamento, adesso il sindaco di Firenze non ha solo un paio di osservatori internazionali che vanno allo stadio per vedere la "stella nascente"....No.
Adesso son cazzi.
Stop sbagliato o gol facile mancato e milioni di osservatori (critici, cinici, politici, giornalisti, vespiani, SanToro e SanRemo incombenti) saranno pronti a confutare qualsiasi brillante slogan o ideona Renziana.

A tutte le auto convergere e in bocca al lupo.
E Letta in panchina si farà una risatina.





Guarda anche il mio post: "Renzi ha girato la ruota"

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@luterronpower

giovedì 13 febbraio 2014

Italia, paese di Santi


Siamo nella settimana dei santi più amati e odiati allo stesso tempo.
San Valentino per motivi sentimentaloidi e San Remo per motivi di emorroidi.

Il santo di Terni - decapitato sulla via Flaminia a 97 anni il 14 febbraio del 273 d.C. - è considerato in tutto il mondo il protettore degli innamorati.
San Remo non esiste come santo, ma Sanremo ha come protettore San Romolo, per cui prendetevala con lui al massimo.

Ebbene, diciamocela pure tutta.
La sete di consumismo a braccetto con la voglia di dare (e fare) spettacolo ad ogni costo abilitano a fare, a dire, a pensare, cose al limite della fantasia umana.

L'amore è una cosa seria, talmente seria, che basterebbe un secondo solo per dare senso a tutta la vita.
La TV è una cosa seria, talmente seria, che non basterebbe una vita intera.

Per cui albergatori, ristoratori, cantautori, porno-attori, editori, critici cinici e stitici, avanti con penna pizza cuori piccioni chitarre e mandolini...create pure la solita fiera del moralismo bieco e del finto perbenismo.
Io, il bacio perugina me lo mangio con attorno tutta la cartina.

Ciao proprio.


mercoledì 12 febbraio 2014

Faccia a Faccia Renzi Letta


Renzi e Letta: dai rutti ai fatti













Che succede signori della giuria?
Vostro onore si sta facendo un gran casino sull'eventuale cambio della guardia alla guida del paese.
Siamo ormai abituati alla apertura dei Tg e dei giornali sul rocambolesco scambio di facciate e di idee tra i due personaggi politici del momento. O meglio, sotto i riflettori.

Eh, badate bene, c'è della differenza. Essere sotto i riflettori molte volte vuol dire cavalcare onde che si propagano da chissà dove ma verso un sentimento comune, dato ovviamente dai media, potere assoluto e relativo.

Renzi e Letta mi ricordano due famiglie che arrivano nello stesso momento su una spiaggia affollatissima. 
Allora, pian piano, si mette l'asciugamano a terra e si pianta l'ombrellone in un fazzolettino di terra. E poi lentamente, senza quasi farsi vedere butti un paio di ciabatte più in là per ampliare (e marcare) il territorio.
Renzi butta l'asciugamano, e apre un lettino a metà (per non farsi notare più di tanto) mentre Letta ha giù l'ombrellone e un paio di sedie.
Chi dei due avrà occupato più spazio?
In questo turbinio di forze e interforze, di solito ci si ritrova con un terzo incomodo; già...colui che osserva da lontano, pondera e poi gode delle conseguenze.
Tra due litiganti il terzo gode dice uno dei proverbi più bramati in ambito politico.

Non abituiamoci facilmente, altri colpi di scena (o presunti tali) verranno al pettine.

Se lo slogan di sempre è stato: "La prima politica è vivere",
parafrasando, lo slogan più adeguato di questo momento storico è: "La prima politica è ridere"......

Intanto Penelope tesse la sua tela

martedì 11 febbraio 2014

Oggi Edison vedeva la luce......


Edison con una moderna lampadina
con un modesto photoshop..........


















11 febbraio 1847.
Si presenta sulla scena un uomo che avrebbe speso la sua vita e le sue energie per la ricerca scientifica.
Edison, il super scienziato praticone sperimentale geniale, che partendo - come tutto del resto - dalle spalle dei giganti ha visto un pelino più lontano di altri.
Di lui il grande fisico Nikola Tesla, noto anche come "il santo patrono dell'elettricità", ebbe a dire:

"Se Edison deve cercare un ago in un pagliaio procede con la diligenza dell'ape nell'esaminare paglia per paglia fino a quando trova l'oggetto della sua ricerca. Ero testimone dispiaciuto di tale comportamento, sapendo che un po' di teoria e calcoli avrebbero evitato il 90% del suo lavoro".
Praticone instancabile e 'pancia a terra' il nostro eroe.


La fine del 1800 è carica di invenzioni, scoperte, concezioni avanzate, scienziati con le palle.
Edison ancora in tenerà età e parzialmente sordo, si passa le giornate al telegrafo e a soli 30 anni finisce su tutti i social network dell'epoca per l'invenzione del Fonografo.
Con il Fonografo si gettano le basi delle moderne audioregistrazioni, delle segreterie telefoniche, musicassette, CD e MP3.
"Mary had a little lamb" - Mary aveva un agnellino - è la prima frase registrata dall'umanità, la prima frase che si è potuta risentire.
E che fantasia, tra l'altro.

Il 4 settembre 1882 fu il primo al mondo a fornire energia elettrica a 60 utenti, 110 volt, vicino al suo laboratorio di Pearl Street a Manhattan.
Pensate cosa volesse dire essere i primi al mondo ad avere energia elettrica. Non esiste un paragone simile. Forse è come se adesso nel frigo di casa mia potessi produrre energia con fusione termonucleare o fusione fredda. Nello stesso anno, usando l'energia idrica delle cascate del Niagara, creò la prima centrale elettrica.

Insieme ad altri, con la sua aziendina, perfezionò e miglioro la prima lampadina a incandescenza.
Quindi, oggi ma 167 anni fa, vedeva la luce Edison e scusate il gioco di parole.
Edison morì nel 1931.
Nella storia della Scienza rappresenta uno dei pionieri dell'elettricità, del magnetismo, della propagazione delle onde, della radiazione luminosa, dell'auto elettrica, del cinema e moooolto altro ancora.

Due famose frasi di Edison racchiudono un genio all'opera, spinto dal desiderio del bello e del vero, ragioni per cui anche 100 anni dopo la sua mooooolto intensa attività un uomo così mi è contemporaneo.

"Riesce in tutto chi si dà da fare mentre aspetta".
"Il tempo è l'unico vero capitale che un essere umano ha, e l'unico che non può permettersi di perdere".



Guarda anche il mio post "Salgo sulle spalle dei giganti".

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@luterronpower

lunedì 10 febbraio 2014

Tutti come Mario Balotelli














La partita di sabato sera vedeva il Napoli contro il Milan.
Giornali e TV hanno immortalato - in tutte le salse - le lacrime di un ragazzo di 24 anni all'apice del successo mediatico/gossipparo/baristico.
Mario Balotelli, sostituito, si siede in panchina e poco dopo scoppia in un pianto inarrestabile.

A questo punto si salta sul carro e Barbaramente - alla d'Urso - tutti ci si lancia all'arrembaggio per spiegare la causa di questa farsa mandata in scena da questo n-esimo attore non protagonista con sceneggiatura non originale.
Sarà per la Pia, la Fico, "eh ma si loro abitano a Napoli", le decisioni importanti, la vita strana,  il calcio giocato, sul campo da leoni ma nella barca come "vita di pi", eccetera eccetera eccetera.

Comunque vada giudicato la panchina è stata il palco di uno spettacolo d'umanità.
La vita è unica, non si può vivere a compartimenti stagni.

Di questo ha bisogno il calcio? Di questo ha bisogno la TV?
Di questo si deve parlare per lo share, per i diritti tv, per i milioni di euro?

Siamo di fronte all'n-esima conferma che puoi guadagnare tutto il mondo, soldi sudati o no, donne vere o finte, macchine turbo sticazzi, case piene di tutto ma vuote di significato......e poi ci perdiamo i meglio....
noi stessi.

Quando la vita ci chiede il conto, le mance non le decidiamo noi.
Caro Balo, benvenuto nel Club, che non è solo il Milan.




Guarda anche il mio post su Cristiano Ronaldo "Un Pallone d'Umano"
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venerdì 7 febbraio 2014

Heidi: 36 anni e non sentirli




Naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!! non ci posso credere.
36 anni fa, 7 febbraio 1978, veniva trasmessa la prima puntata di un cartone animato che sarebbe diventato un cult degli anni '80, '90 e addirittura fino ai giorni nostri.
"Arupusu no shōjo Haiji", letteralmente "Heidi, la ragazza delle Alpi".

Son cose.
Per molti di noi è stato come Peppa Pig anche se con facce in prospettiva e non orizzontali.

Questo appassionante cartone animato - reso celebre soprattutto dalla sigla con le caprette che fanno ciao, dalla signora Rottenmeier e dal suo nonno con la barba bianca come il latte - ha attraversato indenne la computer grafica e l'animazione in 3D.
E poi soprattutto tanti cantanti, attori, scrittori e comici si sono ispirati alla storia della montanara amica degli animali.

Mi piace pensare che la mia generazione ha già dei figli che possono vedere gli stessi cartoni animati con cui i genitori son diventati grandi.
Mio papà dai 4 ai 14 anni non aveva neanche la radio.


Ti potrebbe interessare anche il post Povera Peppa Pig




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@luterronpower

mercoledì 5 febbraio 2014

Salgo sulle spalle dei giganti




Erano passati circa dieci anni dalla mela cotta in caduta libera.

Stava perfezionando metodi e approcci matematici, calcoli differenziali, logaritmi che avrebbero fatto impazzire studenti negli anni avvenire, lenti acromatiche, telescopi a riflessione, meccanica celeste.

In una lettera del 5 febbraio 1676 (338 anni fa) Newton scriveva al suo amico/nemico Robert Hookes una famosa frase medievale "Se ho visto più lontano, è perché stavo sulle spalle dei giganti".
Dopo la sua morte l'intera umanità è salita sulle sue spalle e ha visto molto più in là.

Circa 5 anni fa mi capita tra le mani un romanzo pesantissimo con massa a riposo di circa 2 kg, ai limiti della portata di peso delle mensole IKEA.
Il Cavallo Rosso di Eugenio Corti.

Un romanzo narrato con occhi di chi ha visto veramente. Voglio dire un seppur geniale Harry Potter - ma frutto della fantasia - è diverso da un romanzo dove anche i 5 sensi hanno preso parte.
E poi c'è il fattore cuore. Si scrive con le mani certo, si scrive con la testa, ma il cuore lo vedi proprio: è proprio quello il momento in cui lo scrittore lo senti come una parte di te.
Il momento in cui anche se i fatti risalgono alla seconda guerra mondiale, alla spedizione italiana in Russia, e poi oltre fino al dopoguerra, non riesci a toglierteli di dosso come una cazzo di maglietta bagnata dopo una partita a calcio sotto la pioggia.

C'è di tutto in questo libro. Certo, un libro che implica "mi prendo un mese e lo leggo".
C'è di tutto: dall'amore alla famiglia, dalla guerra fino alla sofferenza, si intuisce un bene per sempre, la voglia di vivere, il desiderio di bene, il perché della vita e forse anche il significato del mondo...

Oggi Eugenio Corti è morto nel più assoluto silenzio. Lui, uno dei pochi fortunati tornato sano e salvo.
Forse meritava il premio nobel.


Non ho fatto la spedizione in Russia ma ho visto più lontano perché sono salito sulle spalle di un gigante.




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@luterronpower

martedì 4 febbraio 2014

La cultura del lamento


Al di là di Letta,
Confindustria e disfattismi,
una cosa è certa.
La cultura o il movimento del lamento avanza inesorabilmente.

A lavoro, sugli autobus, nelle mense, negli uffici, a casa, al bar, nei ristoranti, sui banchi di scuola, nelle aule professori, nei parlamenti, nel pubblico e nel privato, nelle aziende a girone unico, ovunque.

Ci si lamenta, si pontifica, si fa oppressione compulsiva e polemica a priori.
Perché in fondo non va questo, non va quest altro, non , non , non , , , , , ,,,,,,,,,,,,

Non sono un paladino del movimento del "tutto positivo" a priori e neanche del "non voglio vedere" e quindi non c'è. Lo facciamo tutti, su tutto, ci lamentiamo, pensiamo alla benzina, alla spesa, alla macchina, ai figli, alla casa, alla vita, agli amici, ai social network, alle, alla al, la, , , , , , ,,,,,,,,,

Oggi, di nuovo, le cose che ci stanno più care, ci sono. E anche quelle meno care.
Oggi il lamento si batte.
Oggi la vita è meravigliosa.





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@luterronpower

lunedì 3 febbraio 2014

Le mani alzate



Ieri mio figlio era a terra che giocava nel suo mondo e a un certo punto mi ha guardato e, allungando le mani, ha ondeggiato un pelino con la testolina.

Mi ha fatto capire che voleva essere cagato, preso in braccio.

Ma da grandi, da adulti, quanto daremmo per avere quello sguardo e quelle mani alzate?
E soprattutto, quanto daremmo per avere uno che ci prenda, ci prenda e basta.
Ehi, non è roba da teneri o sentimentali, è così.

Buona ricerca, siamo in tanti.

P.S. ci sono stati altri 3 motivi per cui ieri ha alzato le mani, ma era un segno di gioia, uno per ogni goal all'Inter. Ma lo ha fatto per imitazione........


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@luterronpower


venerdì 31 gennaio 2014

Fatti di Facebook per viver come bruti



Oggi Facebook spegne 10 candeline e accende più di un miliardo di persone.

Buon compleanno Facebook che:

  • ha portato soldi nelle Taskerberg di Mark
  • ha risolto litigi tra parenti lontani
  • ha unito continenti
  • ha fatto sentire la voce di popolazioni sotto dittatura
  • ha fatto vedere e intuire 
  • ha fatto nascere e morire amori
  • ha permesso serate mordi e fuggi da muro a muro che non se ne ha idea
  • ha fatto diventare "amici" di conoscenti mai visti di persona 
  • ha salvato persone solitarie
  • ha rovinato persone sole
  • ha creato l'idea di fondo di un social network
La storia ci dirà che impatto ha avuto Facebook sull'umanità intera. 
Intanto mi auguro di fare sempre "Login" nella vita, quella vera.



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@luterronpower


giovedì 30 gennaio 2014

Sunday Bloody Sunday e quel 30 gennaio















Nel 1992 ricevo in regalo il mio primo CD degli U2 che conservo ancora da allora.
Si chiamava Acthung Baby.
Avevo 14 anni, cresciuto a calcio stradale, bombe carta homemade, bici BMX anche per andare in bagno, musica di tamburelli nel DNA e videogiochi SEGA da bar. I tasti del lettore CD non erano touch.

La mia storia d'amore con gli U2 ha il suo Big Bang quando inizia la terza traccia con un riff spettacolare di The Edge. E fu One e fu mattina.

Dopo fu tanta roba copiata - non c'era internet, non c'erano muli o torrenti, il prestito andava per la maggiore. Da CD copiavo su musicassette con dolby e "occhio a quando finisce la traccia".

Scopro che la band faceva i primi passi alla fine degli anni settanta e che avevano già pubblicato altri 5 album. Me li faccio tutti con flebo giornaliere rompendo i coglioni perché le cuffie non le avevo e quindi, dopo tanti anni, posso dire che ho fatto conoscere gli U Due anche ai vicini cresciuti a botte di Pupo e Raffa Carrà.
Si apre un mondo. Mi imbatto in Sunday Bloody Sunday, uno dei capolavori dei suddetti, fatta di rabbia, cuore e speranza. Si trova in War (pubblicato nel 1983), il loro test d'ingresso - ampiamente superato - per accedere al già inflazionato mondo della musica internazionale.

La Domenica, quella brutta domenica. La domenica del 30 gennaio del 1972 quando l'esercito britannico piombò con i paracadutisti e aprì il fuoco su una folla di manifestanti uccidendone 14 e ferendone altrettanti.
Una delle pagine più drammatiche nella storia dell'Irlanda del Nord.
Bono Vox, la voce degli U2, nel '72 aveva undici anni.

Il testo lo scrive dieci anni dopo ma quel ricordo non si può cancellare.
Infatti, molti anni dopo dichiarerà: "...non è una rebel song ma è la reazione incredula e scandalizzata di un giovane, cresciuto con una madre protestante e un padre cattolico nella Repubblica d'Irlanda, di fronte all'odio e alla violenza che divide coloro che dovrebbero essere uniti nel nome di Dio".

Nel ritornello di Sunday Bloody Sunday la domanda "How long, how long must we sing this song?" - "per quanto tempo dovremo cantare questa canzone?" - si sente nuovamente nell'ultima traccia di War - "40" (cioè il Salmo 40 della Bibbia) - dove Bono canta più volte "How long to sing this song?".

Dopo molti anni leggo un pezzo mooooolto bello di un'intervista fatta a Bono: "A Dublino sono cresciuto ascoltando la collezione di dischi di mio padre: La traviata, Tosca, Il barbiere di Siviglia. Il nostro era un temperamento latino: furiosi di fronte a un’ingiustizia, amanti della vita, del buon cibo, del bere, dell’amicizia e della famiglia".

Caro Bono io sono cresciuto ascoltando anche la tua musica. Non mi sbagliavo.
Un piccolissimo momento di verità raggiunta e detta.





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mercoledì 29 gennaio 2014

Ai mercati azionari piace la FIat Chrysler Automobiles











Le maiuscole nel titolo del post non sono messe a caso, ma immagino sia una cosa che abbiate pensato in molti.
Comunque la notizia di oggi è l'annuncio del nuovo colosso automobilistico Fiat Chrysler Automobiles con sede in Olanda.
Torino e Detroit non sono mai state così vicine come adesso.
Ovviamente questi annunci si portano dietro (o davanti) fuochi d'artificio e frasi da impatto più insentibili della storia. Un paio di esempi.

«La nascita di Fiat Chrysler Automobiles segna l’inizio di un nuovo capitolo della nostra storia»
- John Elkan

«Il giorno più importante della mia carriera, dopo aver fatto un freno a mano in piazza Vittorio davanti ai vigili nella mia prima panda 30»
- Sergio Marchionne


Vedremo se il nuovo assetto societario e il nuovo acronimo porterà un po' di simpatia ai nostri amici americani che avevano creato il famoso Fix It Again Tomorrow per l'azienda autolesionistica automobilistica di bandiera.


Solo per amore alla verità il nuovo logo ha la sigla FCA e non FICA come nell'immagine iniziale.
Lo dico per tutti quelli a cui piacciono le macchine fiche.




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@luterronpower




Condividere e Social Network




















Oggi cari sargenischi della terra di mezzo apriamo una breccia di Rohan nella steppa desolata dei social network.
Non sono l'unico ad essere iscritto contemporaneamente a Google+, Facebook, Twitter e Linkedin. Molti lo fanno per lavoro, molti lo fanno per piacere o per dovere, alcuni cercano di sfondare come Social Stars, bloggatori da quattro soldi come il sottoscritto, alcuni per manie di grandezza e, per chiudere, sempre più numerosi/e quelli/e che fanno vedere tette, gatti e piatti....

Il tutto, in fondo, lo si fa per Condividere.
Con-Dividere significa letteralmente "dividere insieme", insomma possedere insieme, offrire qualcosa di proprio ad altri. Sta diventando la parola più utilizzata a scuola, all'università, sul lavoro, ovunque.

Certo, proprio qui sta il punto.
Si condivide tutto perché l'importante è "condividere". Non esiste un filtro per cosa condividere o meno. Foto, video, articoli, giochi, pagine web, pensieri. Nel 99% dei casi, quindi, condividiamo un indirizzo web.

Occhio però. Non sto dicendo che sia tutto inutile. Grazie ai social network sono state salvate molte vite colpite da terremoti o tsunami, oppure abbiamo ricevuto la notizia che aspettavamo da tempo, oppure abbiamo letto un pezzo che ci ha fatto ripartire o che ci ha fatto commuovere, oppure abbiamo rivisto quel video degli U2 o i 3500 goal in rovesciata della storia del calcio, e ancora ci siamo informati su quel posto che avremmo voluto vedere e che poi abbiamo visto, e abbiamo anche visto cose che ci hanno fatto sentire in un mondo dove tutto è a portata di mano.

Vorrei solo non accontentarmi del puro gusto di condividere.
Meglio, vorrei che si condividesse sì, ma non vorrei accontentarmi di chi condivide mille cose ma non condivide la principale.
E per farmi capire senza pretese
uso una frase di Pavese.


«Da uno che non è disposto a condividere con te il destino 
non dovresti accettare nemmeno una sigaretta».
- C. Pavese

Pavese non poteva pensare che in futuro le sigarette si sarebbero potute comprare online e che le sigarette elettroniche non si possono scroccare, per il momento.
Ma si capisce lo stesso.
E per chi non fuma, "non dovreste accettare nemmeno un link a una pagina web"....
E con questo mi son dato la zappa sui piedi.




Fossi in te leggerei anche questi post:



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martedì 28 gennaio 2014

Il disastro del Challenger


Il Challenger pochi istanti prima dell'esplosione.

















28 gennaio 1986.
Lo speaker con accento americano inizia il countdown.
Il Challenger si stacca dalla rampa di lancio. 7 membri dell'equipaggio salgono in cielo un po' più velocemente. Il destino ha voluto che non si accorgessero di nulla.

L'Equipaggio.
La diretta del lancio seguita in mondovisione da 1 miliardo di persone, evento mediatico di impatto simile alla conquista della Luna.
Non stavamo guardando Star Trek o Star Wars.
Tutto vero.

I 73 secondi più drammatici nella storia della conquista dello spazio.
Fu un duro colpo per la NASA, un duro colpo per l'esplorazione spaziale, duro colpo per l'umanità.


Oggi ricorre il 19esimo anniversario di questo scontro frontale tra il desiderio umano di ricerca (e non solo) e il nostro essere effimeri.
Nel mio Blog c'è sempre spazio per questa "sproporzione strutturale".






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lunedì 27 gennaio 2014

Avanti così


















Guardati mentre ti muovi o mentre ti lamenti.
Sempre a dare la colpa al mondo, eppure basterebbe così poco.

Sempre a prendercela con il mondo perché dovrebbe fare qualcosina in più.
Arrabbiàti, Incazzàti, Delusi, Presuntuosi, Orgogliosi.
E, invece, cosa puoi fare tu?
Poche volte, quasi mai, ci chiediamo: "cosa posso fare io?".

Avanti così?.... No basta, tocca ad Eliot adesso.

"Spesso sostando,
perdendo tempo,
sviandosi, attardandosi,
tornando, eppure mai
seguendo un’altra via." 





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venerdì 24 gennaio 2014

Un mondo di password





















Tutto credo abbia avuto inizio con l'avvento dei bancomat, la consegna del pin e cosi via.

Ormai quasi tutto richiede un accesso con password - o PIN - che assieme allo Username costituiscono le "credenziali d'accesso"........

Rappresenta la parola d'ordine che apre la porta.
Usiamo le password per accesso a cose come il prelievo bancomat, il pagamento alle casse, accesso alla casella e-mail, social network, lo sblocco del telefonino, acquisto biglietti di tutti i tipi, prenotazione hotel, siti di vendita online, account vari e molte altre cose.

In una giornata tipo, in media, dai 14 anni fino ai 65, per almeno 6 volte al giorno usiamo delle password (almeno). Questo vuol dire che alcune, quelle che usiamo più di frequente, ce le ricordiamo a memoria, ma - ahimè - per altre dobbiamo ricorrere a file di testo, a bigliettini volanti, nomi sul cellulare ma che hanno il numero di una password, date di nascita o nomi di persone care, posizioni del kamasutra, personaggi famosi, e molto altro.
Per non parlare di quando il portale ci chiede di modificarla. Che Scassword.
Panico misto a nervosismo e paura di sbagliare due volte.

Il capitolo degli stronzi che cercano di ottenere la password di un utente non lo voglio affrontare, ma questo mi fa solo immaginare fin dove arriveremo visto che con il passare del tempo sempre meno si riesca a vivere senza le 3 parole più usate del 21esimo secolo:
"Connessione A Internet".

Un collega mi faceva notare come in metropolitana - la famosa Emme 1 di Torino - si sia fermato per un attimo a guardare la ggggggente che aveva attorno.
Tutti intenti, con la testa inclinata verso il basso, a touchare uno smartphone senza alzare mai lo sguardo. Mentre invece, chi non smanettava con i polpastrelli, si chiudeva ermeticamente nel proprio Pandora di Avatar tramite la parola più usata sui mezzi pubblici, e cioè la parola "Auricolare", con tutte le vocali, tra l'altro.

Il mio collega avrebbe voluto disperatamente la password per ripristinare il sistema Uomo all'ultimo salvataggio: L'Homo non Annullatus.

Ma è stata dimenticata e non c'è un link per il ripristino.





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giovedì 23 gennaio 2014

Il mio Primo Colloquio di lavoro







Oggi racconto il mio primo colloquio di lavoro da fresco laureato, o meglio vi racconto il contorno....
Un giorno di inizio settimana, il colloquio sarebbe avvenuto il lunedì successivo.

Quindi la prima cosa che faccio è portare il vestito della laurea - l'unico in quel momento - in lavanderia vicino casa. E la tipa mi dice, "venga sabato, meglio nel pomeriggio", dico "OK!", 15 euro.
Arriva sabato, ritiro tutto incellofanato e profumato. E lo ficco nell'armadio così com'è.

Bene, domenica sera misto di ansia e curiosità - il mio primo colloquio - vado a dormire con mille pensieri ma ancora con la puzza di Nesquik. Mi rotolo nel letto come l'ultimo cannellone nella teglia e alla fine morfeo ha il sopravvento.
Lunedì mattina, pronti via, scendo dal letto come Zampa di Giaguaro - il giovane Maya in Apocalypto - e vado di colazione e doccia.

Tolgo il Cellofan con la delicatezza di un orafo, sfilo i pantaloni piegati dentro quella stracazzo di gruccia, erano neri a prima vista, infilo piede destro, e.................Nooooooo! Era un pinocchietto da donna della Benetton...mi ritrovo nudo da mezzo polpaccio in giù...panico, ansia, sudore, incredulità, nervosismo, a tutte le auto convergere.....100 sfumature di sigarette dopo, cerco disperatamente dagli altri coinquilini un paio di pantaloni - uno spezzato comunque inguardabile e inverosimile, ma comunque un vestito - inizio a provare ma uno mi stava largo, uno piccolo, uno lungo e l'altro corto.....alla fine sono uscito di casa vestito di jeans, giacca, cravatta, con mocassino.....se avessi avuto il Leggo sotto l'ascella avreste potuto scambiarmi per un autista GTT.

Andò bene il colloquio perché non avevo niente da perdere dopo quel che mi era successo e la piccola aziendina mi propose un contratto.
Un aziendina piccola che faceva il carrellino a getto d'inchiostro delle stampanti per grossi fornitori....

Io rifiutai, si poteva ancora fare, era il 2004, laureato in Fisica con la puzza di Nesquik.

Ma poi quando tornai in lavanderia vi giuro che per una frazione di secondo mi sono visto a "Un Giorno in Pretura" come imputato per omicidio premeditato e come movente un pinocchietto di merda della Benetton.

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mercoledì 22 gennaio 2014

Intervista a Mirko Vucinic
















Raggiungiamo Vucinic al telefono dopo la "sconcertante" vicenda sullo scambio "ragazzo alla pari" Inter-Juventus. Ci manda su whatsapp l'indirizzo della baita dove si è ritirato da ieri sera tardi.

La baita è in Valle Varaita, la valle del famosissimo Monviso.
Bussiamo e sentiamo diversi scricchiolii conclusi da una bottiglia vuota che rotola per terra e sbatte sul piede di una sedia. La porta si apre e io e il mio collega siamo investiti da un odore acre di amaro montenegro e fernet branca in parti uguali.
Occhiata veloce a 180°, vedo una TV accesa con spot fasce elastiche Amerika Star, pavimento tipico da dopo apertura pandoro, un sigaro mezzo fumato sul davanzale della finestra in fondo. In un momento di impaccio (mio) inizio subito all'attacco.

- "Ciao Mirko, come va?"
- M.V. (fa una smorfia di scoglionamento tanto che il baffo - in estensione - raggiunge l'orecchio destro).

- "Abbiamo appreso la notizia a dir poco sconcertante del mancato scambio con Guarin!"
- M.V. "Guarda, io, non ho capito un cazzo, io preparavo già valigie, io pensavo già di bere a Milano in locali, spaccare bottilie, bere tanta bira, lui è Moratti dicevo tra me e me, quello della bira..."

- "Adesso cosa farai?"
- M.V. "Mister mi ha deto "Mirko prenditi un po' di tempo per rifletere", io cazo non voglio rifletere voglio giocare calcio, quelo lì indo nesiano non sa chi sono io, adeso sto qua, rifletere rifletere. No so perchè questo afare sporco. Io non ho problemi, torno Vinovo ma Guarin figura da colione per colpa di branca."

- "Molti juventini si chiedono se la decisione di andare via dalla Juve sia di Mirko o della società o dell'allenatore, tu cosa rispondi?"
- M.V. (dando un colpo di amaro direttamente dalla bottiglia) "Io adeso aspeto, ho mandato messagio a Guarin perchè lui bravo ragazo e lui risposto anche me. Io mi trovo bene a Torino ma volio fare salto in città di milano appena poso, qui ho tuto, done divano denaro alcol, sono arabiato ma sono sul mercato."

- "Dove vuole arrivare Mirko Vucinic"
- M.V. (mentre sta per rispondere a fatica, la Roma segna contro la Juve in coppa) "Porca putana! No lo so, dove volio arrivare, adeso carte sono su tavolo, tuti sano che Mirko va, ma io ho bisogno di rifletere, Mister sa che sono a disposizione, ma volio giocare e adeso no c'è posto per me, io vado!".

Si è fatto tardi, la Juve è fuori dalla coppa italia, lo salutiamo, lui ci abbraccia con le gambe molli, ci ringrazia e mentre pianta un rutto sotto un bellissimo cielo stellato noi scendiamo ridendo dal viottolo. Ci voltiamo, e ancora lì con la porta aperta della baita, il montenegrino prende un pallone da sotto una sedia e inizia a palleggiare.

Siamo in macchina, stiamo per partire, inserisco la prima, e lui appoggia il pallone sulla neve e mi fa segno di abbassare il finestrino. Abbasso e lo sento urlare:
"Dieccci euro, spaco finestrino, ok? Diecci euro, parti!"
Allora io faccio manovra in retro, metto la prima ormai sono in discesa, vado e quando sono a 40 metri da lui e metto la seconda, sento un botto fortissimo sul mio specchietto sinistro.
Apro il finestrino e sento urlare chiaramente: "Diecci euro roto specchieto! Diecci euro roto specchieto!"

Ha calciato bene ancora una volta, peccato dipenda solo dalla voglia di farlo.




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martedì 21 gennaio 2014

Fascia Protetta o Pro-Tetta?














Clamorosa - mica tanto - accusa del Moige (Movimento Italiano Genitori) verso il programma condotto dalla Barbara più dorso e meno D'Urso. Secondo il Moige e non solo, il programma Domenica Live in onda nei pomeriggi domenicali su Canale 5 sarebbe un "Domenica Hard".

Domenica scorsa, il 19 gennaio, sarebbe andata in onda una puntata farcita di servizi che andavano dallo sconosciuto fonico dei Modà indagato per molestie sessuali sui minori al professore arrapato di Saluzzo che aveva rapporti con le sue alunne minorenni. Oltre alla clinica per i malati di sesso con testimonianza dell’uomo che pensa solo a quello, poi ancora un servizio su sesso in cambio di lavoro.....

Sfruttando il fatto che la domenica pomeriggio il 70% delle famiglie italiane ha un contratto con il proprio divano (rigorosamente davanti alla TV), l'offerta televisiva, stranamente, si riduce.

E vanno di moda (o modà?) ospiti su due divani (o poltrone) uno di fronte all'altro cercando di ricreare un atmosfera casalinga e di confessione con lacrime o ancora peggio con occhi lucidi finti come il gabibbo.
Il tutto viene amplificato con l'inserimento - perché lo share prima di tutto - di storie complicate, magari a sfondo malizioso e sessuale, poi corna e storie finite ma senza un logout definitivo, e ancora molestie sessuali....

La D'Urso dovrebbe avere la fascia protetta, dico la fascia pro-tetta.
Far vedere settori circolari di minne dopo mangiato, di domenica, già quello è da fascia protetta.




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lunedì 20 gennaio 2014

Fuori-Legge Elettorale



Si sta scaldando il dibattito-partitico-leaderistico.
Occhi puntati - di tutti - su qualsiasi foglia si muova nella Jungla elettorale.

Ballottaggio,
italicum,
proporzionale dei medi per gli estremi,
a maggio con maggioranza,
larghe intese,
bicameralismo con soggiorno living e angolo cottura,
titolo V della playlist costituzionale,
spareggio al seggio.....

L'italiano vuole e deve votare, per far meno male a un paese che ha bisogno di una classe politica di governo che faccia le riforme strutturali per per per....dai quante volte l'abbiamo letto o sentito in TV.

Il vero problema rimane sempre lo stesso: pur avendo una maggioranza con cui impostare un certo tipo di lavoro o direttive politiche per il bene comune, in Italia troppe teste, troppe lobby, troppe lingue biforcute.

"Riuscire o meno a portare avanti un programma politico? That's the question".
O almeno, così avrebbe detto Amleto di recente salito sulla DeLorean di Doc. Emmett Brown.

venerdì 17 gennaio 2014

Novità al CES di Las Vegas



Tartassati da servizi televisivi della durata minima di 2 minuti, l'italiano medio si è visto costretto a cambiare canale o a farsi venire l'invidia da questo mostro che si chiama CES.
Il salone internazionale CES (Consumer Electronics Show) si è tenuto a Las Vegas e in tutte le salse ci hanno rotto i coglioni facendoci vedere novità multimediali e non, da fare invidia a 2001 odissea nello spazio o a Minority Report.
Piedi per terra please. Ho fatto un giro in rete per voi e ho selezionato un paio di chicche da genitori maledettamente premurosi e malati di controllo a distanza (wireless se possibile).

Ecco la salvezza per genitori super fissati di pulizia dentaria e ortodonzia.
Questo spazzolino collegato con il vostro smartphone vi invierà le statistiche di utilizzo dello spazzolino per ciascun membro della famiglia (fino a 5). La zona che pulite di più o di meno, la durata della lavata di denti, ecc..... Per mandare a puttane le statistiche basterà semplicemente utilizzarlo come scopino del CESso.



Ma i bambini stiano pure tranquilli, hanno già creato il virus che viola il software: il cosiddetto Lagerback.
Il prezzo dovrebbe oscillare tra 100 e i 200€




Invece, questa orrenda Matrioska corre in soccorso di mamme ansiose in case grandi con tante stanze. I sensori, simili a compresse di fermenti lattici, trasmettono dati di posizione, movimento, lavaggio denti (anche qua), segnali di sonni tranquilli, segnali di rientro a casa, temperatura e umidità nelle stanze.

Il tutto viene impacchettato in una mail o in un SMS e viene spedito sullo smartphone del genitore "premuroso".
Questo oggetto si chiama Sense's Mother.
Sarà la vostra, di madre, non la mia.
200€ e vi togliete il pensiero, ma se io fossi vostro figlio avrei già la soluzione per raggirare il sistema.






Tra schermi curvi, stampanti 3D e case sempre più intelligenti
"fate i dentisti se volete lasciare la gente a bocca aperta".






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mercoledì 15 gennaio 2014

Punto di vista





















Ieri un'amica mi ha girato questa frase su Whatsapp.
La conoscevo già, l'avevo letta e sentita tante volte.

Oggi sento di condividerla sul mio blog con voi.

"Certo, chi combatte può morire, chi fugge resta vivo, almeno per un po'... 
Agonizzanti in un letto fra molti anni da adesso, 
siete sicuri che non sognerete di barattare tutti i giorni che avrete vissuto a partire da oggi, 
per avere l'occasione, 
solo un'altra occasione di tornare qui sul campo ad urlare ai nostri nemici 
che possono toglierci la vita, ma non ci toglieranno mai la libertà!"
Braveheart - William Wallace

Non ci sono i nemici di una volta, non è un problema di vita o di morte, ma le battaglie che facciamo per la libertà sono quanto di più attuale ci possa essere.






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martedì 14 gennaio 2014

Un Pallone d'Umano


















E poi ci sono quelle cose che rendono affascinante il calcio e tutto il contorno fatto di pay tv, veline e fidanzatine fighe, stadi con violenza, ultras, colpi di tacco, rovesciate, milioni di euro, show business.

Le lacrime di Cristiano Ronaldo, vincitore con merito del Pallone d'Oro 2013, tanto chiacchierato, odiato, preso in giro da blatteroni, su tutti i giornali, telegiornali, video giornali youtubbiani, mini clip del www, eccetera.

Vero che questo premio, come tanti nel calcio, lascia il tempo che trova. E molti premi sono solo targets papabili per colossi televisivi.
Però signori della giuria e del moralismo bieco. Ecco un uomo in lacrime.

Può un uomo piangere così? Cazzo siamo nel 2014 no? Non c'è più spazio per cose così umane no?
E invece. E invece si.

Siamo fatti di temperamenti, di stimoli, di istinto, di sentimento, di cuore, di reattività, di cazzeggio, di piedi buoni o piedi come un hard disk portatile, di testa......
E, un uomo, si commuove, ritira il premio e non riesce a parlare.

Bene signori della giuria popolare così bieca e cinica, così sempre a giustificare, a cercare ragioni irragionevoli, a dare sempre un motivo che ci calmi. Pronti a mettere qualcuno al patibolo o pronti a puntare il dito.
Ricco, alto, diciamolo pure soprattutto invidiato perché i tuberi non li compra ma vengono a lui, eccolo disarmato e senza alibi fare un gesto di assoluta umanità.

Viva l'umano, quello vero, quello che si commuove, che ride, che ama, che grida, che si muove.

Ci siete ancora?.....





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lunedì 13 gennaio 2014

Povera Peppa Pig



Cari genitori di bambini che guardano assiduamente il cartone animato Peppa Pig, campione di ascolti nella fascia di età dai 6 mesi ai 10 anni di età, "cambiate canale per il bene degli animali".
A sentire il parere del presidente nazionale della AIDAA (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente) - un tale Lorenzo Croce - il cartone animato salvavita e salvastress per il 90% delle coppie con figli d'Italia sarebbe di-se-du-ca-ti-vo.

Queste le sue motivazioni: "Questo, così come tutti gli altri cartoni animati che fanno vedere gli animali felici, distorce la realtà sulla sorte reale che tocca a milioni di maiali mucche, oche e anatre e topi e altri animali che sullo schermo appaiono come animali che vivono felicemente. Le vere Peppa Pig, sono costrette a vivere in allevamenti e uccise in maniera brutale per l’alimentazione umana".

Invece lui, della generazione dei grandi classici firmati Disney o la mia generazione farcita di grandi animali superstars sarebbe cresciuta "con una falsa percezione di ciò che succede agli animali per mano dell'uomo?"

Allora facciamo fuori anche Babbo Natale con le Renne perché i buonissimi filetti di renna ai mirtilli, della cucina finlandese, sono la vera fine delle renne.
Allora facciamo finire di cagare gli italiani che leggono in bagno i fumetti di Topolino e Paperino.

Allora facciamo fuori le varie ere glaciali, i re leoni, pinocchio con i gatti e le volpi, dumbi e bambi, la carica dei 101, la spada nella roccia, robin hood, winnie the pooh, bianca e bernie, pocahontas.

Allora tagliamo le gambe a ragazzi cresciuti con Sampei, hallo spank, magica magica emi, i puffi, ti voglio bene denver, topo gigio e tanti altri.

Papà Pig e Mamma Pig quanto resisteranno? Già, perché qualcuno vorrebbe eliminarli con nomi più tolleranti del tipo genitore 1 Pig e genitore 2 Pig..... Andate a fan-culatello di maiale.

Arriveranno al punto di romperci le palle costringendoci a rasare le montagne, oscurare il cielo dalle stelle e riempire il mare di terra?......





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venerdì 10 gennaio 2014

Come ci cambia un social network























Un affezionatissimo lettore del mio blog mi scrive così:


"soprattutto in occasioni di feste e ricorrenze, vedo telefonini e iPad intenti a scattare foto e a fare filmati che poi...? Cosa succede a tutti questi bei ricordi, dove vanno a finire? Le persone di cui parlo, e credo siano la maggioranza, non le scaricano mai. Eventualmente le cancellano... tanto sono vecchie... Tutti questi bei momenti condivisi e poi... una volta perso il telefonino, rotto o sostituito finiscono nel nulla.
Forse sono di una generazione diversa...facevo le foto ancora con il rullino (ho iniziato a 14 anni ad appassionarmi) e poi facevo diapositive e adesso ho una macchinetta digitale modesta ma salvo le cose importanti, quasi tutto, e qualcosa stampo ancora...comunque sia, magari serve a poco, ma io la foto di mio nonno di 70 anni fa ce l'ho ancora."


Si sa, nell'era del digitale tante abitudini sono cambiate o definitivamente messe nel dimenticatoio.
Ma certo il nostro caro lettore sa benissimo che fino a 10/15 anni fa esistevano gli album di famiglia da far vedere a parenti, amici o fidanzate che volevano vederti da piccolo e dirti "tenerissimo, che ridere!!"

I nostri figli tra una quindicina d'anni diranno: "andiamo sul profilo FB di mio papà che ti faccio vedere le foto di quando ero piccolo...".
Considerando i social network, si calcola che al giorno vengano condivise 5 milioni di foto....
I video caricati su YouTube al minuto sono l'equivalente di 100 ore......
Ogni giorno su Facebook vengono visualizzati 500 anni di video.....

Forse è soprattutto questo il motivo del boom di siti a sfondo social. Ma senza dubbio il 60% di quello che scattiamo o filmiamo viene perso per sempre.
Giusto per ridere, io conservo una foto scattata con il mio vecchio Motorola L6 del 2005 in cui fumavo la mia prima sigaretta davanti a mia mamma.......e non la condividerò mai.

Non è sentimentalismo ma per le cose più belle che ci siano successe - incontri, fatti, persone - non sempre abbiamo una foto o un video che testimoni l'evento.

Quel file .jpg o .avi si trova nell'hard disk del cuore.




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giovedì 9 gennaio 2014

Tutti come Galileo
















Padova, gennaio 1610. 
Belle serate come tante. Inquinamento luminoso pressoché nullo.
Un signore sulla cinquantina aveva un appuntamento tra la sua sete di conoscenza e il balcone vista stelle.

Aveva notevolmente migliorato il suo cannocchiale e guarda caso in quel freddo gennaio un pianeta visibile ad occhio nudo, Giove, stava aspettando da 4 miliardi di anni che qualcuno lo degnasse di uno sguardo.
Il resto è scritto su tutti i libri.
Ma il 9 gennaio 1610, dopo le spettacolari osservazioni del 7 e 8, scrive:"Per questo con gran desiderio aspettai la notte successiva [il 9 gennaio]: ma la mia speranza fu resa vana, perché il cielo fu tutto coperto di nubi."

Cazzo. Bellissimo. Con gran desiderio mi vedo Galileo morire dalla voglia di vedere di nuovo la disposizione dei satelliti di Giove. E invece. Maledette nubi. Questo mi piace.

E poi ancora il 10 gennaio: "(...) mutando la  perplessità in meraviglia, compresi che l'apparente mutazione non era di Giove ma delle stelle da me scoperte; e per questo pensai di dovere da allora in poi osservare a lungo il fenomeno attentamente e scrupolosamente."

Disegni originali di Galileo.
La pallina più grande è Giove. 
Vide delle "stelline" che erano sulla giostra di Giove e intuì che quei 4 corpi celesti (Io, Europa, Ganimede e Callisto) altro non erano che lune, quindi (la) prova che la Terra gira attorno al Sole. La Terra non era l'unica ad avere un satellite.


Nell'effimero vivere con in mano uno smartphone e nell'altra una sigaretta, alle nostre latitudini e nel mese di gennaio, Giove si vede proprio moooolto bene a occhio nudo, dalle 18 fino alle 24....fatevi un giro se avete delle finestre che danno verso sud.


Oggi è il 9 gennaio del 2014. Ma, dopo 404 giri attorno al sole le nubi ci sono sempre e il cannocchiale del desiderio ce l'abbiamo ancora.
E, soprattutto, abbiamo ancora la meraviglia e lo stupore.




"Nelle mie scoperte scientifiche ho appreso più col concorso della divina grazia che con i telescopi".
- Galileo Galilei




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martedì 7 gennaio 2014

Il mio Lo Hobbit














Grazie alla collaborazione dei Nonneri (nonni-suoceri), ieri sera cinema spettacolo 20.40 per Lo Hobbit - la desolazione di Smaug brillacciaio. Giusto per chiudere le feste e fare tardi tanto il giorno dopo poi non parte la Polo per la batteria a terra. L'altra macchina era in prestito.
Niente. Dopo oltre 3200 giorni compro un biglietto GTT e faccio il botto con la linea 2 e la Metro.
Scendendo le scalinate ho tagliato con le forbici il nastro inaugurativo per la Metropolitana Emme 1 di Torino.

Comunque Lo Hobbit conferma le scelte registiche precedenti del nuovo genio cinematografico.
Già, perché Peter Jackson ha capito tutto. Certo ha imboccato la strada giusta con il Signore degli Anelli prima e adesso con la trilogia Hobbit.
Ha capito come e dove far leva sugli spettatori. La lotta tra il bene e il male la conosce come le sue tasche.
Gioca con personaggio nuovi e vecchi, evidenzia ancora di più caratteri messi in luce nella saga precedente e con maestria ci conduce verso la genesi del male che porterà all'Occhione maledetto di (Nazario) Sauron.


Peter Jackson e Orlando Bloom
Purtroppo in sala ho visto genitori accompagnati da figli di 4/5 anni. Ci sono scene di terrore, male, paura, lame, cani lupo, spade, orchi viscidi e soprattutto un non proprio palese male psicologico che avrei evitato di far vedere a bambini così piccoli....

Non so, accuso solo il colpo. Mi sembra troppo per gli occhi di un bambino.




sabato 4 gennaio 2014

C'è un post per te














Si dai, scusate la non fluidità di parole e di pensieri, butto giù qualcosa, sono pensieri.
Sono momenti e fiumi di periodi tra qualche punto di sassi e approdi che sanno di virgole.

Ho letto parole e frasi fatte unte di chili di miele.
Ho letto auguri e buoni propositi da far impallidire la d'Urso o la Perego di turno.
Ho preso un anno sabbatico da una Poltrona per Due e Mamma ho perso l'aereo.

Il mio amore per il cibo è raddoppiato e qualche chiletto la mia bilancia l'ha avvertito. Che poi su su, le feste danno quell'affetto che sembra quasi non ci sia tutto l'anno e invece no. Solo che con la pancia piena l'italiano medio migliora nei ragionamenti, segue meglio i discorsi, risponde si o no, ci si riposa di più.

Sto seguendo con attenzione il caso Schumacher e mi fa pensare di sicuro.
Chissà, essere attaccati a un filo di speranza, chissà cosa è chiesto a lui. Comunque.

Tra cene a strafottere e pranzi sobri per recuperare, non vedo l'ora di tornare a lavorare. Fare da babysitter non è la mia vocazione, non ho pazienza, ma un figlio ti fa fare passi da gigante.
Con le feste pensavo di cambiare il mio secondo umile pannolino e invece no.

Povero Feel, ha un papà schizzinoso.